26 maggio – La Valle dell’Orsigna

26 maggio – La Valle dell’Orsigna

Lunghezza percorso: 15 km
Tempi di percorrenza: 7 ore ca.
Dislivello: 800 metri ca.
Sentieri: CAI n°53 – 3 – 00 – 35 – 5

L’escursione che vi proponiamo quest’oggi è piuttosto lunga ma, a parte un inizio piuttosto ripido, non presenta dislivelli o pendenze inarrivabili. E’ bene avere già un buon allenamento alle spalle ma non c’è nessuna vetta da scalare; l’idea è quella di compiere un giro ad anello nel versante orientale della Foresta del Teso, una magnifica distesa boscosa che si estende sotto le cime dell’appennino pistoiese. Sbucheremo solo per un breve tratto sul sentiero di crinale, per il resto il percorso correrà all’ombra di un fitto bosco; con la dovuta cautela, quindi, questa può rivelarsi un’escursione adatta anche alle calde giornate estive.Si parte dal paese di Orsigna (potete trovare qui la strada per arrivarci). Si supera la piazza del paese ed anche l’imbocco del sentiero numero 5, proseguendo finchè una biforcazione ci invita a proseguire sulla sinistra verso Case Lavacchini. E’ l’ultimo gruppo di case del paese, pochi metri più in là la strada finisce chiudendosi nella stretta valle. Si può lasciare l’auto nei pressi della fontana pubblica, recentemente ristrutturata, e addentrarsi nel piccolo borgo, passando letteralmente in mezzo alle case. Troviamo le prime indicazioni che ci suggeriscono di proseguire a sinistra, in discesa, per il sentiero 53. Si scende rapidamente fino al letto del fiume e lo guadiamo, in questo piccolo tratto sarà spesso in secca, procedendo poi nel bosco; l’imbocco del sentiero è facilmente individuabile grazie a delle scalette. La strada non è delle più battute ma si lascia seguire bene, nonostante i pochi segnali. Si attraversa un tranquillo bosco di acacie, castagni e piccole abetaie, e si inizia a salire per quello che sarà il tratto più impegnativo della giornata, mentre intorno a noi si fanno ora spazio alti faggi. Il poggio che affrontiamo si chiama, non a caso, la Pedata del Diavolo; dobbiamo superare circa 500 metri di dislivello su di un versante a tratti molto ripido, per poi scollinare al Rombiciaio, a quota 1362 metri. Qui, dove si incontrano altri due sentieri provenienti dalla direzione opposta, possiamo tirare il fiato approfittando dall’area attrezzata con tavoli e panche.
Prendiamo poi sulla destra il sentiero 3, molto più frequentato, che proviene dalla Casetta Pulledrari e conduce al Rifugio del Montanaro. Dopo un ultimo breve strappo, su un terreno più asciutto e sassoso, raggiungiamo questo edificio a 1567 metri s. l. m. Il rifugio non è presidiato ma i gruppi che lo desiderano possono affittarlo; ad ogni modo, non si può perdere la spettacolare vista sulla piana di Pistoia che si può godere dall’ampia terrazza in legno. Proseguiamo ancora lungo il sentiero 3, seguendo le indicazioni per il lago Scaffaiolo, e giungiamo in pochi minuti alla base del Poggio dei Malandrini. Si esce improvvisamente dalla boscaglia per spuntare su questo cocuzzolo erboso, attraversato da varie stradine. Incontriamo un incrocio con quattro strade, un po’ complesso ma ottimamente segnalato.
Tra i due sentieri di crinale scegliamo lo 00, che sale sul piccolo poggio per poi aggirarlo sulla destra. Se la giornata è limpida in questo tratto godrete di una vista eccezionale, che si apre improvvisamente sulle vette dell’appennino sovrastanti le vallate boscose e, più in lontananza, la lucchesia con le cime appuntite delle Alpi Apuane. Sono ben visibili sulla sinistra le sagome del Monte Gennaio, del Corno alle Scale e del Libro Aperto, mentre giunti intorno alla sommità del poggio guardando in basso verso destra potrete vedere il paese di Orsigna, isolato tra versanti collinari che s’allungano come onde, e subito sopra lo spartiacque che separa la Toscana dall’Emilia Romagna, che percorreremo sulla via del ritorno.
Infatti, prima di spingerci sul pianoro verso il lago Scaffaiolo e il Corno alle Scale, svoltiamo a destra e abbondiamo il sentiero 00 all’altezza della Passo della Nevaia, presso un apposito segnale che ci indica un breve raccordo, lungo il sentiero 35, per il rifugio di Porta Franca (così chiamato perchè, in epoche passate, di qui si transitava quando si voleva evitare la dogana). Scendiamo di nuovo ai margini del bosco e, giunti al rifugio, prendiamo il sentiero numero 5 per completare il nostro anello. Ci attende un lungo tratto pianeggiante, adatto per rilassarsi un po’, all’ombra di un antico bosco di faggi annodati in bizzarre forme dal tempo e dagli agenti atmosferici. Procediamo in direzione sud-est lungo lo spartiacque menzionato in precedenza, incontriamo la piccola fonte della Gabellettae Pian dell’Osteria, una spianata con una costruzione abbandonata. Poco dopo, incrociando un’ampia strada sterrata, seguiamo il sentiero sulla destra imboccando la discesa che ci riporterà ad Orsigna, passando per alcuni gruppi di case.
La discesa è ripida in certi tratti, resa ulteriormente scivolosa dal tappeto di foglie lasciato dai castagni; occorre prestare un minimo di attenzione. Il sentiero numero 5 termina infine sfociando nella strada asfaltata, qualche centinaia di metri oltre il centro di Orsigna. Occorre proseguire verso destra per reincontrare il bivio per case Lavacchini e ritrovare l’auto, approfittando nuovamente dell’ottima acqua della fontana, indispensabile dopo un’escursione lunga, faticosa ma che speriamo possa essere estremamente gratificante, capace di offrire un’irripetibile veduta d’insieme sulla bellezza della Foresta del Teso.
(Segnalo un’alternativa che vale la pena di considerare. Imboccata la parte in discesa del sentiero 5, poco dopo Pian dell’Osteria, potrete decidere di abbandonare il sentiero prima della sua fine, prendendo la strada asfaltata all’altezza di Case Aldria, il primo piccolo abitato che incontrate. Questa parte del percorso sarà esposta al sole e dovrete percorrere alcuni tornanti, ma quando tornerete sulla strada “principale” avrete guadagnato qualche metro in direzione di Case Lavacchini.

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