4 passi intorno a Vinca

4 passi intorno a Vinca

Percorso breve: DA EQUI A VINCA

Sabato 8 giugno 2019

Tempo di percorrenza: 3,30 ore
Dislivello: 550mt

Arrivati ad Equi Terme parcheggiamo facilmente lungo il torrente Lucido nei pressi del complesso termale che diffonde nell’aria il caratteristico odore di zolfo.
Poi guadagniamo il ponte principale e curviamo subito a destra, troviamo il cartello indicatore del sentiero e delle distanze (1,4 km per Àiola e 8 per Vinca).
Il tratto fino ad Àiola è comune al sentiero 39 Cai ed al sentiero 11 del Trekking Lunigiana (TL).
Superiamo una costruzione gialla in ristrutturazione: sono le vecchie scuole elementari che diventeranno una struttura del Parco delle Apuane (la Porta del Parco).
Subito dopo (05’) attraversiamo il torrente Fagli che proviene dalla Tecchia, per mezzo di un bel ponte a schiena d’asino.
Dopo pochi metri ritroviamo la strada e subito dopo (07’) entriamo in un castagneto per una mulattiera che all’inizio sale e poi scende lievemente fino al cimitero di Àiola, sono in piena fioritura i ciclamini.
Poi attraversiamo una zona aperta ricca di piante di melo e a 27’ arriviamo ad Àiola, che è divisa in due nuclei abitativi con in mezzo il lavatoio (31’), qualche casa è ridotta a rudere e rimangono bei portali che ricordano la dominazione fiorentina.
Giunti alla chiesa, sita nel secondo nucleo (36’), prendiamo a sinistra mentre a destra il TL prosegue in discesa verso Monzone.
Il paese termina subito dopo ed il sentiero entra nel bosco di castagni dove inizia a salire.
A 59’ siamo al primo bivio per l’Eremo di San Giorgio, indicato a 2,4 km sulla sinistra.
Noi proseguiamo a destra e dopo 5’ siamo presso i ruderi del Castellaccio (528m), esso è una torre circondata da mura di recinzione dirute che funzionava come torre di guardia sull’ingresso della Valle di Vinca.
Poi scendiamo (il tratto che segue è costituito da saliscendi) e a 1h 12’ troviamo il segno di una fonte che in realtà è più giù (3’) sulla destra, ma l’acqua che scorre è veramente scarsa.
A 1h 17’ troviamo lungo il percorso alcuni macigni squadrati forse destinati a qualche opera di fortificazione.
Poi il sentiero comincia ad aprirsi (1h 23’) verso destra sul Sagro e sulla Rocca di Tenerano e sul Balzone: il paesaggio diventa più brullo, in basso si inizia a vedere la provinciale che da Monzone porta a Vinca.
Il sentiero è inciso nel fianco del monte con tratti su massicciata di sfasciumi ed in altri ci sono ponti di pietra: un’opera veramente notevole.
A 1h 40’, per superare una piccola frana, è stata posta recentemente una passerella metallica con un tratto di filo d’acciaio per aiutare la progressione.
A 1h 50’ arriviamo ad una maestà presso cui è un secondo bivio a sinistra per l’Eremo di San Giorgio (1,4 Km) e Vinca dista 3,7 km.
L’immagine sacra è stata trafugata, ma il cartiglio indica data 1757.
Il sentiero ora costeggia ampi ravaneti e a 2h arriva presso a dei ruderi, una casetta di marmo che domina la vallata dallo strapiombo in cui si trova.
È la casa San Giorgio adibita al servizio dell’attività estrattiva, al suo interno i resti di un basamento, forse di un motore.
Il tratto di sentiero che segue è molto bello abbarbicato alle pendici del monte e ricco di vegetazione: elicriso, santolina e molti fichi selvatici.
La zona del Balzone adesso diventa meglio visibile, riusciremo più avanti anche a scorgere lo scivolo della teleferica.
A 2h 20’ arriviamo alla Madonna Vecchia di Vinca: questi sono i ruderi di un edificio sacro costruito in parte sotto la parete del monte presso un bel ponte che permette al sentiero di accedere al pianoro in cui si trova la costruzione.
La zona è stata sistemata di recente e sulla roccia c’è una sorta di altarino dedicato alla Madonna.
Il sentiero adesso sale in un boschetto e a 2h 28’ scorgiamo in basso, infrascato, un riparo sotto roccia forse per le pecore.
Dopo 3’ un’altra fonte dove l’acqua scorre molto lentamente poi, a 2h 40’, presso dei muretti a secco c’è una maestà del 1850 dedicata alla Vergine delle Grazie.
Poi usciamo dal bosco ed a 3h 00’ troviamo un’altra maestà con immagine marmorea della Madonna col Bambino del 1984 che sostituisce una precedente.
A questo punto il sentiero passa presso una chiesa in restauro (3h 06’) è questa la Maestà di Vinca o anche Eremo della Maestà. Da essa si diparte uno stradello che in pochi minuti ci porta alla strada asfaltata per Vinca, dove arriviamo dopo 3 ore circa.

Percorso Impegnativo: LA LIZZA DELLA CANALONGA
SABATO 8 GIUGNO

Tempo di percorrenza 6 ore
Dislivello: 900 mt
Lunghezza: Km 14

Prima di arrivare a Vinca, troviamo sulla destra uno slargo ed un ponticino. Lasciamo qui le auto. Il sentiero 196 per il Balzone inizia qui.
Attraversiamo il ponte e seguiamo il sentiero ben segnato che conduce alla valle della Canalonga e alla via di Lizza del Balzone.
In questa valle, fino a metà del secolo scorso, era operativa l’impressionante teleferica del Balzone che superando un dislivello di 700 metri portava il marmo dalle cave del Sagro e del Borla a Monzone, prima dell’apertura della strada Carrara-Campocecina.
Il primo tratto è uno stradello in salita che ci porta in pochi minuti all’ingresso della valle della Canalonga: a sinistra essa è delimitata dalle pendici del Puntone della Piastra e a destra dalla Torre di Monzone, mentre in testa alla valle abbiamo il Balzone dove iniziava la teleferica.
Salendo, il panorama alle nostre spalle si apre sulle propaggini del Pizzo d’Uccello, su cui è possibile vedere il sentiero 39 per Aiola.
La salita diventa progressivamente più ripida e iniziamo a scorgere, sulla destra in alto, la terrazza panoramica posta di fronte al Balzone (Belvedere o Balzonetto).
Trascuriamo le deviazioni a destra e costeggiamo, mantenendolo sempre a destra, il canale sassoso che percorre la Canalonga, chiamato il Fosso.
A 01h 06’ saliamo a sinistra, per un breve tratto di facili roccette, la via di lizza diventa progressivamente più degradata e a 01h 23’ troviamo giganteschi cavi, ormai arrugginiti, nell’alveo sassoso del canale.
Percorriamo poi un lungo tratto boscoso, nel quale individuiamo segni della via di lizza, tra cui, a 01h 34’, un masso con fori per i piri di legno e l’incisione lasciata dai cavi metallici usati per trasportare il marmo a valle.
La ripidità aumenta e il greto del canale rimane sempre più in basso.
A 01h 37’ curviamo verso destra a superare un canale secondario.
A 01h 46’ superiamo un brevissimo tratto in cui la via di lizza è franata, aiutandoci con le mani, poi continuiamo nel bosco tra sfasciumi.
A 1h 54’ siamo fuori dal bosco, nei pressi della parete del Balzone e possiamo vedere bene il tratto della via di lizza intagliato nella parete e la terrazza panoramica posta di fronte alla stazione di partenza della teleferica, che si trova su un picco alla nostra destra.
Il primo tratto richiede di aiutarsi con le mani perché la via di lizza è nuovamente franata, ma non c’è esposizione, comunque un cavo metallico aiuta nella progressione.
Questa cavo continua anche nel tratto successivo, molto ripido, addossato alla parte montuosa, poiché a destra è cresciuta della vegetazione, infatti il fondo in questo tratto è piuttosto sconnesso.
A 02h 05’ finisce la corda metallica e subito dopo c’è un interessantissimo “forte”, cioè un masso di marmo nel quale sono presenti molti fori per piri di legno e incisioni lasciate dalla corde metalliche.
Ora la via si allarga ad almeno tre metri e la progressione è agevole, nonostante lo strapiombo a destra.
Il panorama è molto affascinante sulla valle della Canalonga e sul Balzonetto di fronte a noi, c’è ancora vegetazione sulla via di lizza, sulla parte verso lo strapiombo, e diminuisce solo salendo. Nel tratto finale ci sono, sulla parete di sinistra, molti fori per i piri della lizzatura e segni molto evidenti lasciati dalla corde d’acciaio durante la discesa dei blocchi di marmo.
A 02h 26’ la via curva decisamente verso sinistra per percorrere il tratto finale, molto ripido, con un orrido canale a destra.
Adesso c’è più vegetazione, ma si sale sempre agevolmente e può aiutare un cavo metallico, per quanto piuttosto vecchio e arrugginito che, comunque, poco dopo è sostituito da una nuova corda metallica.
A 02h 37’ finisce la corda metallica e subito dopo, a circa 940 metri, anche la parte più impegnativa del percorso.
La via prosegue verso sinistra, diretta alla zona di Pianza e alle cave del Sagro e del Monte Borla.
Il percorso si sviluppa tra vegetazione di giovani alberi che sta occupando la sede dell’antica marmifera e a 02h 45’ siamo presso i resti di un ponte, ormai distrutto, e subito dopo c’è il cartello con l’indicazione che il 196 prosegue a destra, scendendo nell’alveo del canale.
Seguendolo si arriva, poco prima della zona di Respettolo, a immettersi nel sentiero 183 per il Rifugio Carrara di Campocecina. Inoltre a pochi minuti dal punto in cui siamo, attraversato il canale, sempre sul 196, c’è la deviazione per il Belvedere: una terrazza panoramica sulla Canalonga che lascia veramente senza fiato (servono circa 20’).
Si ritorna indietro e si attraversa di nuovo il canale, seguendo i segni rossi si sale fino alla 2° terrazza panoramica e a Capanna Balzone.
Da qui si prosegue sulla stradella sopra il rifugio.
Il sentiero percorre la marmifera fino al piazzale della Cava dopodiché svolta a sinistra sempre su marmifera e sale dolcemente.
Al termine della strada si prosegue in salita su sentiero fino all’indicazione per Vinca.
Da qui inizia la discesa, molto ripida, che per 5/10 minuti richiederà molta attenzione.
Il sentiero prosegue poi tranquillo sul fianco del monte e ci regala spettacolari paesaggi!
Arriviamo al ponticino che attraversa il fiume Lucido, lo oltrepassiamo ed in breve ci troviamo sulla strada che conduce a Vinca.
Da Capanna Balzone occorrono 3 ore per arrivare a Vinca.

LA VIA DEI TEDESCHI – LE 4 FOCI SOPRA A VINCA
Domenica 9 giugno

Tempo di percorrenza: 6 ore
Dislivello: 600 mt

Partenza dalla piazzetta con il negozio di alimentari a fianco del quale ci sono le indicazioni dei sentieri 38, 175, 190.
I segni bianco rossi sono indicati bene per il borgo insieme ad altri verde-giallo.
Li seguiamo e quindi facciamo un bel giro per la parte alta di Vinca.
Subito si stacca a destra il sentiero 39 che trascuriamo e poi nella parte alta del borgo trascuriamo anche la deviazione per il 190 a sinistra ed in breve siamo all’inizio del sentiero nel bosco seguendo le indicazioni 38-175.
Si tratta di una mulattiera che sale in un castagneto, poco dopo, su un masso, presso una curva a sinistra del sentiero, si trova una bella ed interessante maestà con tre personaggi.
Poi usciamo dal bosco per salire su massi scistosi e, a destra, si vede molto bene la sagoma del Monte Sagro.
Passiamo sopra la gola scavata dal canale Doglio, in basso sono ben evidenti alcune marmitte formate dalla forza delle acque.
Dopo 30’ arriviamo ad una prima maestà (ca 900m), detta di Doglio, nella quale è un’immagine marmorea della Madonna Ausiliatrice datata 1890. Qua c’è un bivio: il sentiero 175 sale in alto a sinistra ed è diretto alla Foce di Giovo, mentre il 38, che seguiamo, si dirige a destra, un po’ più in basso, ed è uno stradello piuttosto ampio (è detto anche “la via dei tedeschi” poiché fatta costruire in periodo di guerra, esso proviene da destra dalla strada asfaltata che si trova più in basso).
Il bosco è ormai abbandonato e più in alto sono presenti bellissimi castagni centenari testimonianza dell’antica cultura del castagno molto diffusa anche in questa zona della Lunigiana. Più in alto sulla destra ci sono alcune costruzioni, dette case dei Fiorentini, di una struttura campeggio per vacanze estive: su una delle costruzioni è ancora scritto “Campo Firenze”, il complesso è comunque in abbandono da qualche anno.
Dopo circa un’ora usciamo dal bosco, a sinistra c’è una casa che è stata riadattata da qualche anno.
Il panorama si apre sulla sinistra sul pizzo d’Uccello, sulla foce di Giovo, sulla Cresta Garnerone ed i sottostanti pendii erbosi e rocciosi, a destra in basso c’è il paese di Vinca ed in alto la mole imponente del Sagro.
Il sentiero è adesso piuttosto sassoso ed assolato, fatti pochi metri sulla destra, presso un ripiano, tracce di sentiero segnate portano in basso alla strada asfaltata citata precedentemente e l’escursionista più pigro può iniziare l’escursione proprio dalla strada tagliando quasi due ore di cammino. Il nostro sentiero 38 ci porta ad un bivio: in alto a sinistra si stacca il 153 (ex 173A) per le guglie della Vacchereccia e la capanna Garnerone, invece a destra continua il 38 per la Foce di Vinca che noi seguiamo.
Il sentiero-strada dei tedeschi è uno stradello ampio, in parte inerbito, che all’inizio è molto panoramico sia sul Pizzo d’Uccello che sul Monte Sagro.
Inizialmente sale moderatamente, poi entra nel bosco che dopo 01h 30’ diventa di pini ed inizia a salire più ripidamente.
Sono presenti muri di contenimento in cemento in parte distrutti. Troviamo poi sinistra indicazioni per la Capanna Garnerone (indica 40’): è un sentiero di raccordo tra il 38 ed il 173.
Ancora qualche minuto e lo stradello diventa molto ameno in falsopiano per poi salire nuovamente.
Dopo quasi 2 ore arriviamo presso uno slargo con indicazioni molto carenti, è necessario fare molta attenzione: uno sbiadito segno su un albero indica di salire subito a sinistra.
Seguiamo i segni sull’albero e poco dopo troviamo i segni del sentiero ormai ben evidente.
Troviamo poi il bivio con il 173 diretto a Campocecina per la Foce del Pollaro che si dirige a destra presso il ravaneto, noi invece continuiamo a sinistra e dopo 2 ore siamo alla Foce di Vinca. Foce molto panoramica sul monte Sagro, sullo Spallone e sul vallone che scende verso Foce Luccica.
Torniamo indietro di pochi metri e prendiamo a sinistra.
In un paio di minuti troviamo un’altra piccola foce, il sentiero continua nel bosco e si mantiene alto ed un po’ stretto, non difficile ma richiede un minimo di attenzione. Sul lato a nord sono stati inseriti tratti di cavo metallico perché in caso di terreno bagnato potrebbe essere scivoloso.
Dopo 2 ore e mezzo passiamo per un breve tratto molto panoramico sul Pizzo e sul Grondilice e arriviamo alla Foce di Navola anch’essa panoramica in particolare sul vicino Monte Rasori.
Ora il sentiero sale aperto a destra sul vallone delle Rose e poi cambia direzione dirigendosi a sinistra nel bosco, a tratti tra gli alberi si intravede il Pizzo, la Cresta Garnerone ed il Grondilice.
Dopo poco più di 3 ore siamo alla Foce Rasori e ci dirigiamo alla vicina piazzola degli elicotteri che raggiungiamo in tre minuti. Essa è estremamente panoramica sul Grondilice e le sue propaggini tra cui spiccano la Forbice, il Torrione Figari con il caratteristico masso sommitale e la punta Questa.
Si intravede il Cavallo, poi c’è la Tambura, il Sella ed il Macina. Ancora l’Altissimo e la cresta fino al Carchio e sullo sfondo il Corchia. Ben visibile la via Vandelli ed il selvaggio canal Fondone proprio sotto di noi.
Da parte opposta il Monte Rasori ed il mare con la Capraia, la Gorgona e l’Isola d’Elba.
Torniamo indietro alla Foce Rasori dove prendiamo il sentiero 37/173 che entra nel fitto bosco di abeti.
Dopo 3 ore e mezzo troviamo a sinistra il sentiero-raccordo con il sentiero 38 ed in breve siamo alla nuovissima Capanna Garnerone (rifugio in autogestione – chiavi al CAI di Carrara) presso la quale in inverno c’è una fonte che poi secca in estate.
Qui possiamo continuare per il 38 trascurando il 37 che si dirige alla Foce di Giovo oppure continuare per il 37** e passare dalla Foce di Giovo. Sentiero 38: In breve il sentiero esce dal bosco e scende per una zona di rocce ed arbusti aperta sulle pendici della cresta Garnerone e sul Pizzo, superiamo un rudere e dopo 04h 00’ siamo di nuovo sul sentiero 38 e quindi abbiamo chiuso l’anello.
A questo punto ripercorriamo, a ritroso, il tragitto della mattina.
Dopo 5 ore circa siamo sulla strada, curviamo a sinistra per andare ai lavatoi presso la chiesa, poi prendiamo a sinistra della chiesa ed in pochi minuti siamo al punto di partenza.

**Sentiero 37: da Capanna Garnerone si risale per altri 250/300 metri fino ai prati sotto il Grondilice con davanti ai ns. occhi tutta la bellezza del Pizzo d’Uccello. Si prosegue sempre per prato fino ad arrivare sotto Foce di Giovo, a questo punto il sentiero devia a sinistra e scende fino a trovare il castagneto, da qui sempre in discesa si arriva al punto di partenza

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