Monte Altissimo-Apuane: le cave di Michelangelo

Tempi di percorrenza: 5 ore – Dislivello: 600 mt – Difficoltà: E E

Percorso stradale: uscita Massa e seguirele indicazioni per San Carlo – Antona, breve sosta alla fonte San Carlo per riempire le borracce e in circa due ore e mezzo arriveremo al ristorante Le Gobbie. La sera invece faremo la strada più breve (circa 2 ore) passando da Arni, Isola Santa, Castelnuovo in Garfagnana, Ponte a Moriano, Altopascio

Il Monte Altissimo (mt 1589), a dispetto del nome, è fra le più basse cime delle Alpi Apuane, ma è quella che dal versante tirrenico appare più maestosa, con il versante sud che cade verticale per quasi 700 mt. Si deve a Michelangelo il merito di aver valorizzato le cave che vedremo su questa montagna, allorché nel 1517 si recò da Carrara a Seravezza “per tentare di cavare da quei monti i marmi per la facciata di S. Lorenzo di Firenze”: Come scrive il carrarino Emanuele Ripetti, lo sfruttamento delle cave di Seravezza ebbe inizio proprio con l’escavazione della cava utilizzata da Michelangelo, detta della Cappella o Falcovaja che, fra le numerose cave del monte, offre il marmo più fine e più candido. Tuttavia si dice che , contrariamente a quanto si ritiene, non ebbe la possibilità di estrarne a sufficienza .
Verso la metà del 500 le cave si spinsero sempre più in alto seguendo la vena marmifera, addirittura oltre i 900 mt come per esempio la cava della Tacca Bianca, scavata nel ventre del monte, e la cui apertura era raggiungibile per mezzo di un sentiero aereo, molto pericoloso realizzato con tavolacci di legno e sospeso nel vuoto che prende il nome di sentiero dei tavoloni.
L’Altissimo, oltre a Leonardo, affascinò anche Gabriele D’Annunzio che la cantò paragonandola alla Nike greca ( figura mitologica personificazione della vittoria ).

L’escursione ha inizio al bar ristorante Le Gobbie “Ex casa Henraux”a mt 1.037 di altezza; da qui parte il sentiero n. 33 per l’Altissimo. Dopo circa dieci minuti si raggiunge una strada marmifera che seguiremo sulla sinistra finché sulla destra troveremo le indicazioni del sentiero 33 che prosegue in salita fino al Passo degli Uncini (un’ora dalla partenza). Si consiglia di percorrere per circa 10 minuti il sentiero sulla destra per godere di uno spettacolare panorama, non solo sul mare, ma sulle Apuane dietro di voi e sulla conformazione rocciosa che ha dato il nome di “Uncini” a questo passo. Ritornati al Passo imboccare il sentiero sulla sinistra, n. 143, che aggira il monte sul lato sud; questo sentiero richiede una maggiore attenzione per la sua elevata pendenza e per alcuni passaggi aerei. In circa due ore dalla partenza si arriva all’antecima e da lì in poco tempo alla vetta. Inutile spiegare quali panorami ci aspettano! Lo vedrete con i vostri occhi.
La discesa si effettua lungo la cresta sud-est seguendo sempre il sentiero n. 143 che ogni tanto ci permette di affacciarsi sugli impressionanti strapiombi meridionali; in circa 40 minuti si arriva al Passo del vaso Tondo, da qui si prosegue sul sentiero 142, lasciando sulla sinistra il sentiero 143 che conduce alla Cava del Fondone, fino a raggiungere la cava delle Cervaiole, dove si imbocca la marmifera verso sinistra che ci riporta al punto in cui abbiamo svoltato per il sentiero n. 33 del Passo degli Uncini, e quindi alle Gobbie

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