Lago d’Iseo: Corno Trentapassi

Sabato e domenica 13 – 14 ottobre 2012

Questa uscita è adatta anche per i camminatori.
I numerosi sentieri permettono di scegliere itinerari per tutti sia come dislivelli che come difficoltà.
Gli anelli (o le traversate) abbinabili alle due ferrate in programma sono adatti a tutti.
Pernottamento in albergo con trattamento di mezza pensione.

Sabato 13 ottobre:  sentiero attrezzato Filippo Benedetti – Punta Almana

 Facile. Alcuni punti esposti. Attenzione in caso di terreno bagnato.
 Durata: -salita 2.15-2.30h -discesa 1.15-1.30h.
Dislivello: complessivamente in salita 850

Posta ad Est del paese di Sale Marasino, la Punta Almana  si erge a spartiacque naturale tra il Sebino ed il solco della Val d’Inzino e della Val Trompia, dividendo o congiungendo, a seconda dei punti di vista – Sale Marasino e Gardone. A dispetto della quota relativamente bassa (1390mt), offre grandiosi panorami sulle cime vicine (Guglielmo, Trentapassi ), sulle Orobie, sull´Adamello, sulle montagne che circondano la Val Trompia e sulle Prealpi Bresciane in generale, oltre ad essere un balcone privilegiato su Montisola e su tutto il Lago di Iseo.

Avvicinamento:
Dalla frazione di Portole (560mt),dove si trovano parcheggi a sufficienza presso l’omonimo ristorante (evitare di usare il parcheggio immediatamente adiacente il ristorante; utilizzare, semmai, il grande parcheggio poco sopra), abbondanti segnalazioni  ed una tabella esplicativa  indicano chiaramente il percorso da seguire per il Sentiero Filippo Benedetti. Questo percorso ricalca – in parte, creando un bel percorso ad anello – un tratto del Sentiero 3V, permettendo e suggerendo la cavalcata della lunga cresta della Punta Almana, partendo da Nord (Forcella di Sale), per raggiungere il rilievo di Punta Cabrera, la massima elevazione di Punta Almana, per poi scendere lungo la dorsale del Dosso Pelato fino alla Croce di Pezzuolo. Seguendo le indicazioni, lungo una carrozzabile un po´fastidiosa ed in numerosi punti piuttosto ripida (infestata, purtroppo, da jeep e quad…), in poco più di un´ora si arriva alla Forcella di Sale  (1018mt), dove, oltre ad una santella, si notano a destra della carrozzabile un paio di case (una delle quali è una malga dove vengono prodotti formaggi e latticini) ed abbondanti segnalazioni per i sentieri della zona.

Ferrata
Dalla Forcella di Sale seguire le indicazioni per la “via attrezzata” a Punta Almana, che inizia ripidissima  traversando il prato della Malga (usare la dovuta attenzione, è un terreno privato di un’azienda agricola) e poi, seguendo i bolli blu-bianchi, sempre ripidamente, seguendo un traverso ascendente per cenge erbose, a superare  il primo sperone a Nord – NordOvest della Punta Cabrera. Raggiunto sempre per ripido sentiero  una forcella, alcune roccette facili girano verso est (sinistra) per alcuni metri a prendere una cengia ascendente a sinistra, attrezzata con un cavo d´acciaio ma piuttosto ampia. Dopo questo primo scoglio attrezzato il sentiero prosegue per roccette e canalini terrosi  in direzione Sud – SudEst fino a raggiungere la sommità di Punta Cabrera, una sorta di spallone-anticima nella lunga cresta della Punta Almana. Discesi di pochi metri, con un traverso in direzione Sud-Ovest su terreno erboso e molti ripido, si va a prendere una seconda cengia attrezzata, non più difficile della prima ma con qualche roccetta in più, per poi risalire in facile arrampicata un canalino  – sempre attrezzato con cavo d´acciaio e anelli di cordino d´acciaio – che sale in direzione Sud e poi Sud-Est. Dopo questo secondo ed ultimo tratto attrezzato poche roccette ed un canalino terroso portano su uno spallone  da dove si vede la prosecuzione dell’itinerario di cresta  che, in una mezz´ora di panorami a 360°, porta sulla sommità della panoramicissima Punta Almana con la sua croce di vetta ed il libro delle firme.

Discesa
Per completare il giro ad anello, sempre abbondantemente segnalato, si scende in direzione Sud seguendo l´evidente sentiero  – ghiaioso e poi terroso – che, seguendo la dorsale del Dosso Pelato  (propaggine meridionale della Punta Almana), porta ben presto alla Croce di Pezzuolo  (937mt), crocevia di sentieri e punto panoramico. Da qui, volgendo a destra (in direzione Nord-Ovest), il sentiero attraversa un boschetto delizioso col fondo di aghi di pino per poi scendere alla frazione di Pezzuolo e da lì, sempre ben indicato, per strada sterrata e cementata, ci si ricongiunge alla carrozzabile percorsa all’andata per salire alla Forcella di Sale poco sopra il nostro parcheggio.

Considerazioni
Bella salita, aerea e panoramica. Per quanto i pochi tratti attrezzati non presentano alcuna difficoltà tecnica, data la presenza di tratti franosi, con roccette e/o comunque esposti, l´itinerario richiede passo fermo e fruizione da parte di escursionisti esperti. In caso di alta frequentazione del sentiero è vivamente consigliato, almeno fino allo spallone della cresta, l´uso del caschetto a causa del serio pericolo di caduta sassi. In cima a Punta Almana svetta una grande croce, ben visibile da lontano. A questa croce é legato un aneddoto: la croce venne posata agli inizi degli anni Ottanta per volontà di Filippo Benedetti (cui è stato poi intitolato il sentiero). La posa della croce, però, non fu cosa semplice: al primo tentativo l’elicottero che la trasportava ebbe problemi di stabilità e, per non precipitare, dovette dirigersi verso il centro del lago e lasciar cadere la pesante croce metallica nelle acque del Lago d’Iseo.
Per nulla scoraggiati, i promotori della posa, dopo due settimane, ritentarono, facendo costruire a tempo di record una seconda croce ed utilizzando un altro tipo di elicottero. La posa della croce finalmente riuscì. Sulla base di quanto accaduto, da allora esiste una sorta di credenza popolare in base alla quale il paese di Sale Marasino é protetto nella sua totalità, seguendo una linea immaginaria che parte dal lago e arriva alla Punta Almana, proprio da quella croce che, peraltro, cercata a più riprese dai sommozzatori, non è mai stata ritrovata.

Domenica 14 ottobre: sentiero attrezzato Trentapassi – Corno Trentapassi (1248 m)

Difficoltà: mediamente difficile.
Durata: -salita 3.00 – 3.30h. -discesa circa 2.00h.
Dislivello: 1020 m più qualche contro pendenza per circa 1100 m.

La Corna Trentapassi (o Corno Trentapassi) è un meraviglioso balcone a picco sul Lago d’Iseo che offre, oltre ad un panorama notevolissimo su Orobie, Adamello, Prealpi Bresciane, vedute che arrivano alla Pianura Padana ed agli Appennini. Il versante ovest cade quasi a piombo sul Lago di Iseo con ripidissimi costoni erbosi, mentre il versante Nord presenta una cresta che dai ripidi prati del versante ovest porta all’anticima Nord e poi alla cima vera e propria a 1248m d’altitudine. L’itinerario, è stato riattrezzato e messo in maggiore sicurezza nella tarda primavera del 2008.

Percorso stradale
Punto di partenza per questa gita è Toline (220m), frazione di Pisogne, località raggiungibile sia da Nord che da Sud con la superstrada che collega Brescia e la Val Camonica. Si esce allo svincolo di Pisogne seguendo le indicazioni per il centro e pochissimi metri dopo per Toline. Entrati nella piccola frazione troviamo un parcheggio per poche auto in prossimità di un campetto da calcio.

Avvicinamento
Il percorso parte quasi subito dopo il parcheggio: attraversato il piccolo centro della frazioncina, si gira a destra per via Canale e dopo alcune decine di metri si incontra un ponticello dove si trovano le i primi cartelli indicatori dei percorsi. Seguiamo il sentiero che volge a destra (indicazione Corno Trentapassi – Difficile,segnavia CAI 212) e subito in salita ci si dirige verso W per superare un paio di vallette in docile e costante pendenza. Dopo una ventina di minuti e dopo aver osservato alcuni piacevoli torrioni calcarei prima nascosti, si arriva sui ripidissimi costoni occidentali del monte, a picco sul lago. Il sentiero, molto ripido, volge ora a sinistra, in direzione est, puntando direttamente a superare la serie di piccoli cocuzzoli che spuntano dal costone occidentale. Proseguendo sempre ripidamente il sentiero diventa ancora più ardito, una scivolata potrebbe diventare pericolosa, terminerebbe dopo alcune centinaia di metri, trattandosi di costoni ripidissimi senza arbusti tali da poter consentire l’arresto di una eventuale caduta. Dopo circa un’ora e mezzo di erta risalita che, per fortuna, permette di guadagnare rapidamente quota, si incontra, a circa 1000mt, un boschetto con una sorta di baracca-mangiatoia. Dopo aver rifiatato, la pendenza e l’esposizione riprendono, lasciando spazio alle prime roccette che, in breve, portano alla cresta nord con ben visibile la croce che segna la meta della gita.

La ferrata
Indossato l’imbrago ed il set da ferrata inizia il sentiero attrezzato che,  seppur breve (circa un’ora) e con un dislivello contenuto (poco più di cento metri), ha uno sviluppo non disprezzabile e, soprattutto, vario. Le prime catene  portano a superare con una spaccata un piccolo intaglio  (usare appoggi ed appigli naturali, a tenersi sulla catena si farebbero movimenti innaturali) per dirigersi verso una scaletta che adduce ad un caminetto di II grado. Portatisi verso sinistra lungo una sorta di cengia ascendente si deve aggirare, in traversata obliqua ed ascensionale, uno speroncino di roccia (altro passaggio di II° grado) che adduce ad un canalino un po’ sporco di terra. Segnavia e catene indicano la continuazione del percorso che, seguendo la linea di minor resistenza della cresta,  giunge ad una serie di roccette, facili (I grado) ma esposte e senza assicurazioni, superate le quali un costoncino erboso e terroso con qualche roccetta infida porta all’ultima catena  prima dell’anticima Nord della Corna Trentapassi (bel crocefisso ligneo e ottimo panorama ). Dall’anticima, seguire i segnavia che portano per roccette e sentiero in discesa  per una cinquantina di metri ad una selletta da dove riprende la salita verso la cima principale della Corna. A metà salita si può o continuare per cresta, con roccette mai superiori al I° grado, oppure deviare a sinistra per sentiero ben segnato e, arrivati ad una piccola sella, girare a destra e seguire il sentiero per la vetta che giunge da Cusato (utile in caso di condizioni poco favorevoli sulla cresta, estremamente esposta anche se facile).Sulla cima croce di vetta e libro delle firme.

Discesa
Per la discesa seguire il sentiero, ottimamente tracciato, semplice e più dolce, che, passando per una anticima orientale sulla quale campeggia una croce nota come Croce di Toline, prosegue in direzione est fino a giungere su di una sella a circa 900mt di altitudine. Qui incontriamo i segnavia che indicano la possibilità di scendere verso sud a Zone, verso Est alla Croce di Zone oppure verso Nord alla frazione di Sedergnò ed a Toline. Quest’ultimo sentiero, il più rapido per tornare al punto di partenza, si snoda per un bellissimo costone boscoso non privo di insidie per un tratto non breve, quando lo stesso sentiero risulta essere molto ripido, scivoloso e con non pochi punti esposti. In circa un’ora si raggiunge un bivio: prendendo la traccia a destra si raggiunge in breve l’abitato di Sedergnò, da dove, per fastidiosissima carrozzabile cementata, si torna al ponte dove avevamo preso il sentiero alla partenza ed in due minuti all’auto. Per chi volesse allungare la gita è consigliabile traversare dalla selletta prima descritta in una quarantina di minuti alla Croce di Zone e da qui, lungo il tracciato dell’antica Strada Valeriana, scendere a Sedergnò, magari fermandosi a visitare la chiesa di San Bartolomeo.

Considerazioni
Una piccola considerazione generale sul percorso è d’obbligo: si tratta di un itinerario senza problemi per quanto riguarda le difficoltà tecniche opposte dal sentiero attrezzato (max. passaggi di II° grado UIAA), ma che presenta un sentiero d’accesso estremamente ripido e molto pericoloso in quanto non permette in alcun modo la possibilità di scivolare. Un passo falso potrebbe rivelarsi essenziale. Per quanto riguarda, di nuovo, la ferratina, dobbiamo far notare che le attrezzature risentono degli anni e di un certo risparmio nell’allestimento, per cui non sono mai sovrabbondanti, anzi…Numerosi sono, inoltre, i punti esposti, con roccette di primo grado, non assicurati e che prevedono, quindi, passo fermo e sicurezza senza attrezzature artificiali. Detto questo, per escursionisti esperti con un minimo di esperienza alpinistica, il presente è un itinerario favoloso, gratificante dal punto di vista dell’impegno fisico, della varietà dei panorami e dei tipi di terreno da affrontare…Una sorta di percorso di alpinismo di “scoperta”, di stampo “classico”, a due passi dal Lago di Iseo ed a mezz’ora da Brescia, degno di ben maggior considerazione da parte di escursionisti ed alpinisti.

Nota:  Fare attenzione che nella piccola frazione di Toline non si trovano esercizi commerciali, per cui eventuali rifornimenti vanno fatti o a Pisogne o in uno dei comuni limitrofi.

Rimborso totale x auto € 120,00

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