Svizzera Pesciatina

Week end in rifugio: Svizzera Pesciatina – Penna di Lucchio


Benché la sua denominazione ufficiale sia Valleriana (da Val Riana, ossia Valle dei Rii), la parte settentrionale del Comune di Pescia probabilmente è più nota come Svizzera Pesciatina. Tale curioso appellativo fu coniato nel XIX secolo da Jean Charles Sismondi, un intellettuale ginevrino esule in Italia per ragioni politiche a cui queste zone rammentavano la terra natale. Sui dolci fianchi di colline verdeggianti si stagliano netti dieci antichi paesi, le cosiddette Castella, che sono: Vellano (600 m.s.l.m.), Pietrabuona (110 m.), Medicina (537 m.), Fibbialla (424 m.), Aramo (397 m.), San Quirico (529 m.), Sorana (410 m.), Castelvecchio (450 m.), Stiappa (630 m.) e Pontito (750 m.). Di un undicesimo castello, Lignana, distrutto dai pisani nel 1362, restano soltanto una chiesa perfettamente integra e molti ruderi. Dentro i paesi non c’è pietra (o quasi) che non sia vecchia di secoli e molti sono gli scorci ricchi di suggestione.
Oggi uno dei maggiori problemi della Svizzera Pesciatina è quello dello spopolamento, seguito agli ingenti flussi migratori della prima metà del XX secolo e causato dalla crescente difficoltà a trovare un’occupazione in loco.

Rifugio Uso di Sotto
Rifugio Uso di Sotto(850 mt)
Offre pernottamento per circa 20 posti letto con possibilità di campeggio. E’ curato dall’associazione “ I Montagnardi “ che si propone principalmente la salvaguardia dell’ambiente, del patrimonio storico e degli antichi usi e costumi del luogo.
Come arrivarci. Da Pescia, ci si dirige verso Pietrabuona e da qui si seguono le indicazioni per San Quirico. Superato il bivio per Aramo e poco prima di quello per San Quirico, si trova sulla sinistra l’indicazione “Uso di Sotto”. La strada, parzialmente sterrata, in circa 7 km conduce al rifugio.

Sabato 29/03/08
Percorso ad anello:
Uso di Sotto (858 mt – Penna di Lucchio (1.155 mt)
Dislivello: 320 in salita e discesa
Difficoltà: E (arrampicata I° grado EE)
Tempo di percorrenza: 4,5 ore

È un itinerario in gran parte di interesse paesaggistico, che attraversa l’area più settentrionale ed elevata del comune di Pescia con panorami forse tra i più belli dell’intera Svizzera Persciatina (basti pensare alla deviazione verso la Penna di Lucchio o a quella verso il Monte Battifolle), oltre alle caratteristiche particolari del suolo sotto il suo aspetto geologico e della vegetazione ivi insediata; il tutto ha caratteristiche diverse dal rimanente territorio della montagna pesciatina, considerando che ci si trova, almeno per un tratto di circa 1,5 Km (Case Giannini) su un suolo calcareo, in quota, facente parte del massiccio della Penna di Lucchio, anch’esso appunto di completa derivazione carsica e quindi calcarea.

Il percorso parte dal Rifugio proseguendo per la strada sterrata di crinale; in lontananza si può ammirare il profilo delle principali cime delle Alpi Apuane (Pa­nia Secca, Pania della Croce, Pizzo delle Saette, ecc.). Dopo circa 90’ di cammino non impegnativo, si giunge a Case Giannini, si attraversano vasti pascoli con poca vegetazione arborea costituita in prevalenza da nocciòli, carpini e sorbi.
Il terreno è spesso rossastro, con pietra a forma di scaglia (galestro), il tutto a denotare l’origine calcarea; qua e là si notano concrezioni e cristalli di quarzo e calcite nonchè detriti di manganese.
L’attività agro-pastorale è assai sviluppata nella zona per merito di poche fami­glie di agricoltori che “sfruttano” e coltivano nella maniera migliore l’ampio anfi­teatro prativo e pascolivo che fa da testata al braccio del Torrente Pescia detto di Pontito.

Poco oltre Case Giannini ci appare la Penna di Lucchio come se spuntasse dai prati; di lì in poco tempo si arriva alla base della Penna.
Qui possiamo separarci in due gruppi: chi vuol fare l’arrampicata prende a diritto il sentiero 65 CAI, mentre gli altri proseguono lungo la strada e dopo circa 200 metri lasciamo la strada che curva a sinistra per proseguire a diritto nel prato (il secondo che troviamo). Qui, facendo attenzione e spostando le felci, troveremo sopra un sasso l’indicazione del sentiero CAI che aggira da basso la Penna per poi lanciarsi in dura salita fino alla vetta (2e1/2 h di cammino).
Il panorama che si ammira dalla Penna è estremamente suggestivo, comprendendo una buona parte della Val di Lima, Lucchio, (assai particolare per le sue case a strapiombo), il Balzo Nero con le sue carat­teristiche pareti, il Monte Prato Fiorito con la sua verde e rotondeggiante cupola, le Apuane e l’Appennino.
Il ritorno avviene per lo stesso percorso scendendo per il sentiero.

Domenica 30/03/08
Percorso A/R . Uso di Sotto (858 mt ) – S. Anna (676 mt) e ritorno – 14 Km – Difficoltà : E
Dislivello: 374 in salita e discesa – Tempo : 4 h (4,5 con deviazione per Pian de’ Galli)

Si parte a piedi dal Rifugio ma dalla parte opposta rispetto al giorno precedente. Il percorso scorre in leggera e continua discesa verso sud, sull’estrema parte occidentale del comune di Pescia, in alcuni punti proprio sulla li­nea di confine con la provincia di Lucca, guardando in tal caso la valle del T. Pescia di Collodi.
Si aggira subito il versante meri­dionale del Monte Battifolle per allontanarsene poi sempre più decisamente percor­rendo boschi di castagno, alternati da alcuni popolamenti artificiali di betulla bian­ca. Presso l’oratorio del Tamburino, anche per la favorevole convivenza di un’area pianeggiante, di un bel castagneto e di una sorgente, verrà potenziata dall’ammini­strazione comunale un ‘area attrezzata per la sosta.
La strada prosegue poi su una pista forestale, utile sia co­me viabilità in bosco per eseguire le varie operazioni colturali che per ostacolare ed interrompere l’avanzamento di eventuali incendi. Prima di giungere al bivio che condurrà a Medicina, la strada percorre a tratti proprio lo spartiacque, con “affacci” molto panoramici che permettono di ammirare l’altopiano delle Pizzorne ed i vari paesi della vallata del T. Pescia di Collodi (Villa Basilica, Colognora, Boveglio, Pracando, ecc.).
La zona sovrastante la successiva Cappellina delle Mura, che fungeva da luogo di incontro tra 5 parrocchie, rappresenta un altro punto di sosta e riparo assai inte­ressante; poco sotto, alcune sorgenti danno origine al T. Torbola, che confluisce nel torrente Pescia.
Poco a valle, una deviazione dal percorso principale ci conduce, attraverso una strada prima boscosa ed ombreggiata, poi in un paesaggio di olivi e coltivazioni va­rie, verso Medicina, Fibbialla, Pietrabuona. E’ questa una deviazione abbastanza lunga, con un discreto numero di cose da vedere, per cui, da sola, potrebbe essere ritenuta almeno una specie di semitappa.
Proseguendo invece più o meno lungo la linea spartiacque ci incamminiamo verso la località di S. Anna, che è possibile raggiungere anche mediante un piccolo strappo alternativo che, attraverso “Pian de’ Galli” ci conduce ad un’antica costru­zione in pietra, con soffitto a chiave di volta, oggi parzialmente crollata. Attraverso boschi e poderi abbandonati ci si ricongiunge all’itinerario principale proprio nei pressi di Sant’Anna; se si era invece continuato a percorrere quest’ultimo, si sareb­be osservato, ad un certo punto, sulla destra della strada, una costruzione a forma triangolare, sorretta da una trave centrale, appoggiata al tronco di un castagno e ri­coperta da zolle di terra. Un tempo queste costruzioni servivano come riparo in ca­so di maltempo o come ricovero provvisorio per i prodotti del bosco.
Il ritorno è per lo stesso percorso.

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