Mugello: Anello S.O.F.T n.7

Serravalle – Tassaia – Valdastra – Serravalle

– Tempo di percorrenza: ore: 5
– Inizio percorso: Ponte di Serravalle.
– Dislivello: 360 m.

Giunti al ponte di Serravalle, si prende la strada Provinciale in direzione di S. Piero a Sieve. Percorsi un centinaio di metri, di fronte ad un agglomerato di case coloniche, sulla sinistra al termine del muretto a retta in cemento armato che borda la strada, inizia il sentiero. Il primo tratto sale sul versante inoltrandosi in un bosco ceduo costituito da quercia, carpino e castagno. Il sentiero descrive in questo primo tratto dei tornanti e sale rapidamente verso la sommità del crinale. Giunti a quota 280 m, il sentiero percorre un tratto in leggera pendenza attraversando una radura con ginestre ed erica. Sono presenti in questo spazio alcune grosse querce. Poco dopo si trova un sentiero sulla sinistra che conduce nel podere della Fattoria della Ruzza; lo scartiamo e prose­guiamo lungo il crinale. Il sentiero sale dolcemente ed è bordato sulla destra da un ceduo di castagno e sulla sinistra da un ceduo di quercia e carpino.
In corrispondenza di alcune querce più grandi, è presente sulla sinistra una deviazione che conduce alla Villa della Ruzza. Si prosegue sempre. in falso piano fino ad incontrare sulla destra un seminativo. In questo punto è visibile un suggestivo panorama su tutta la vallata mugellana e sullo sfondo la catena appenninica.
Dopo circa 100 m dall’inizio del seminativo si incrocia una strada sterrata; si prosegue verso monte (ovest) evitando di scendere sulla sinistra. Dopo alcune centi­naia di metri si giunge in prossimità di una casa colonica ristrutturata. Grazie ad un recente taglio del ceduo di castagno, è possibile osservare sulla destra un bel pa­norama del Mugello, sulla sinistra è visibile uno scorcio di un tratto di valle del Torrente Faltona in corrispondenza della chiesa romanica della frazione omonima.
Da questo punto la strada è più sconnessa e inizia a risalire: sulla sinistra è co­steggiata da una recinzione in rete metallica verde che delimita un tratto del parco della villa suddetta, in cui sono presenti olivi ed alcune piante di douglasia. Sulla parte opposta continua sempre il ceduo di castagno. Poco dopo si incontra sulla si­nistra un sentiero che scende bruscamente in un cespuglieto a ginestre e sanguinel­la, verso Villa Moretto; scartato questo sentiero, proseguiamo a mezza costa lungo la strada, ben visibile, aggirando il crinale sulla sinistra. Il sentiero lascia poi i ter­reni cespugliati e descrivendo un’ampia curva si inoltra, salendo dolcemente, in un ceduo di castagno e quercia. Lungo il sentiero sono presenti degli affioramenti di rocce arenacee stratificate con intercalazioni argillitiche; gli strati in certi punti dan­no vita a dei gradini naturali.
Giunti in prossimità di una selletta si deve fare attenzione ai molti sentieri che da qui si dipartono; il principale descrive in questo tratto una curva ad esse. Si de­vono scartare quello che sulla destra scende verso il Torrente delle Treggiane e i due sulla sinistra, il più esterno dei quali scende a Villa Mormoreto e l’altro si per­de poco dopo nel bosco ceduo di castagno. Proseguendo in direzione sud-ovest in un primo tratto si aggira sulla destra il crinale al quale ci congiungiamo poco dopo in corrispondenza di un bivio, dove si scarta sulla sinistra il sentiero che, mante­nendosi a mezza costa, conduce a Case le Colline, e si segue invece l’altro sentiero che risale bruscamente sul crinale, inoltrandosi in un bosco ceduo misto (quercia, castagno, carpino, nocciolo) recentemente tagliato sulla sinistra.
Percorso il tratto più ripido, il sentiero torna a salire dolcemente spianando in certi tratti; in corrispondenza di questa rottura di pendenza si scarta, sulla sinistra, un sentiero che conduce a Case le Poggiole. Ci inoltriamo in un ceduo di castagno con ciuffi di erica, a tratti sono visibili degli scorci panoramici su Poggio Castellac­cio, il Trebbio, la Fortezza e San Piero a Sieve (ovest). Proseguendo, il sentiero ag­gira talvolta il crinale sulla destra, per mantenersi in quota. Al termine di Poggio Bucine è presente una sella in corrispondenza della quale scartiamo sulla sinistra il sentiero che conduce a Monte Caroso e sulla destra quello che scende verso il Tor­rente delle Treggine.
Si prosegue, mantenendoci sul crinale, e si risale più bruscamente attraverso un bosco ceduo di castagno misto a cerro, in cui sono presenti appostamenti fissi per la caccia al colombaccio realizzati su alti quercioli. Oltre questo tratto il sentiero descrive più diramazioni secondarie che corrono parallele sul crinale o lo aggirano a mezza costa. È necessario prestare attenzione per non scendere lungo i versanti. Risalendo, si incrocia sulla sinistra il sentiero proveniente da Poggio Monte Caroso, e proseguendo lungo il crinale verso destra, attraversiamo un tratto di bosco misto con castagno, cerro, carpino e cespugli di erica, che talvolta rendono difficoltoso il cammino.
In corrispondenza di una diminuzione della pendenza incrociamo un sentiero secondario sulla sinistra che si perde nel bosco, proseguiamo a destra sul crinale principale. Terminato il bosco si aprono di fronte a noi i contrafforti boscosi di Monte Senario ed è visibile l’eremo. Siamo in corrispondenza di una sella nella quale affiorano rocce argillitiche modellate in forme calancoidi dall’erosione idrica. Ci immettiamo in un’ampia strada sterrata ed escludendo sulla sinistra la prosecu­zione per Podere Monte Caroso, oltrepassiamo una recinzione di filo spinato (can­cello aperto) e risaliamo a destra verso la Tassaia. La strada descrive alcuni tornan­ti passando attraverso un bosco ceduo di quercie con eriche.
Dopo un tratto rettilineo, bordato sulla sinistra da una recinzione a filo spinato, in corrispondenza di un fienile, scartiamo sulla sinistra una stradella secondaria. Dopo pochi metri ci troviamo alle case di Podere Croce dove termina il bosco e la strada è bordata da alti cipressi ed attraversa seminativi e pascoli, fino ad immetter­si nella strada asfaltata che da Polcanto conduce alla Badia del Buonsollazzo .
Giunti alla suddetta strada troviamo di fronte una sorgente con bassa portata, prendiamo a destra e proseguiamo fino ad arrivare poco dopo la chiesetta della Tassaia. I campi in questo tratto sono tormentati da frane e la strada snoda ai piedi del versante settentrionale di Monte Senario. In corrispondenza della chiesa della Tassaia prendiamo la stradella che scende sulla destra, lasciandoci la chiesa sulla sinistra. La stradella scende tra coltivi, a destra, e bosco ceduo di quercie, a si­nistra, fino ad arrivare ad un rimboschimento di pino nero. In questo tratto la stra­da è molto dissestata a causa della natura argillosa del terreno.
AI termine del rimboschimento trascuriamo un sentiero che scende sulla destra e proseguiamo aggirando sulla destra il Poggiolone. Sulla sella tra quest’ultimo ri­lievo e Monte Alto, sono visibili scorci panoramici sulla chiesa di Spugnole e l’abi­tato di Tagliaferro. Scartiamo il sentiero che sulla sinistra scende alle case colo­niche abbandonate di Campo Romano ed il sentiero che sale sul crinale. Proseguia­mo aggirando il crinale sulla destra, scendendo dolcemente, prestando attenzione ad evitare i sentieri minori che scendono lungo i versanti. Attraversiamo in questo tratto un bosco ceduo misto (quercia, castagno, carpino e orniello); si evita sulla de­stra un sentiero che conduce su di un crinale secondario e si prosegue in quota ver­so Poggio Castellaccio.
Si prende sulla sinistra il sentiero che scende verso il fosso di Camperucci, si at­traversa quest’ultimo e si risale sul crinale di Monte Buffoni.
Il sentiero scende ora sulla sinistra e attraversato un bosco di paline di castagno raggiungiamo il Torrente Cardetole. Presso il torrente inizia una stradella sterrata che scende lungo il fondovalle. Dopo circa 700 m si giunge in vista di Monte Rezzoni­co, ove si ergono i ruderi di una rocca degli Ubaldini; oltrepassata una sbarra la stradella ci conduce in breve alla strada provinciale che prendiamo a destra in dire­zione di Serravalle.
Passata la fattoria di Sassolo in prossimità del cimitero di Cardetole, con breve deviazione a destra per strada sterrata si può raggiungere il “Palazzaccio”, antica villa di Bernardetto dei Medici, di notevole pregio architettonico, purtroppo in sta­to di completo abbandono.

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