MONTE COGLIANS

La più alta vetta delle Alpi Carniche

12, 13 e 14 luglio 2013

Il Monte Coglians (Coliàns in friulano, Hohe Warte in tedesco), con i suoi 2.780 metri, è la vetta più alta del Friuli-Venezia Giulia e delle Alpi Carniche.
La via ferrata alpinistica per la parete nord delCoglians è un itinerario dalle caratteristiche tecnico-atletiche impegnative ed è davvero molto affascinante svolgendosi in ambiente aspro e severo. Richiede un notevole impegno psico-fisico poiché in alcuni tratti è sicuramente difficile ed in grande esposizione: passo sicuro e abitudine al vuoto sono indispensabili per affrontarla in sicurezza. L’ascensione è stata attrezzata con cura, soprattutto in maniera molto logica, evitando scale o pioli che faciliterebbero la progressione nei punti più ostici (non vi sono che poche staffe). Proprio agendo in questo modo essa è stata resa più selettiva ma senz’ombra di dubbio anche più bella ed appagante!.
PERCORSO STRADALE

Autostrade A1–A13-A4-A23 si esce a Carnia. Quindi si prosegue per Villa Santina, Ovaro, Rigolato, Forni Avoltri. Giunti a Forni Avoltri si seguono le indicazioni per Collina. Da Collina ancora pochi minuti e si arriva al rifugio Tolazzi.

12 luglio : Rifugio Tolazzi (mt 1350) – Rifugio Lambertenghi-Romanin (mt 1970)

Dislivello: + 620 m. Tempo di percorrenza: ore 2.00

Dal frequentato Rifugio Tolazzi prende il via questa corta e piacevole camminata, che risulta alla portata di tutti; lo scenario in cui si effettua è prevalentemente panoramico, (se si eccettua la parte iniziale, la quale si svolge dentro un’ombrosa abetaia), e sembra fare breccia tra un immenso portale, cinto su ambo i lati dai massicci della Cima Lastrons del lago e dal Monte Capolago, i quali appartengono al maestoso gruppo del Coglians. Ma la vera sorpresa è quanto appare alla fine, rivolgendo lo sguardo oltre il confine con l’Austria: lo splendido bacino naturale del Lago di Volaia, raggiungibile dopo un paio di minuti dal Rifugio Lambertenghi-Romanin, merita pienamente una visita, perché spettacoli come questo possono restare impressi indelebilmente nella memoria.

13 luglio : Rifugio Lambertenghi-Romanin (mt 1970) –

Monte Coglians (mt 2780) – Rifugio Marinelli (mt 2111)

Dislivello: + 900m. – 750 m. Tempo di percorrenza: ore 6.00

Dal rifugio si valica il Passo Volaia e, seguendo il sentiero sud-orientale, si risale un canalone roccioso marginalmente ricoperto dalle vestìgia di un piccolo ghiacciaio. Abbandonare il sentiero che conduce verso la forcella di sinistra (!!!) e risalire invece su ghiaie e sfasciumi verso destra sino ad individuare alla base della parete alcuni bolli blu e bianchi indicanti l’inizio della via (2250mt ca.) (panorama verso Nord, spalle alla parete, visibile in basso a sinistra il rifugio austriaco Edward Piche Hutte sul lago Volaia).

LA FERRATA
La via sale diretta affrontando uno spigolo roccioso verticale e diversi canalini esposti ma ben attrezzati. Attraversa quindi una placca molto inclinata (60°) e liscia:la placca è solitamente bagnata e, salvo per la presenza di piccole tacche quali appoggi per i piedi in aderenza, richiede forza di braccia e assoluta mancanza di vertigini (firma del libro di via). Si prosegue arrampicandosi su un itinerario prettamente alpinistico di II e III° grado sino ad attraversare una stretta cengia detritica. Senza tregua alcuna, il tracciato risale alcuni diedri e camini rocciosi che consentono una divertente progressione in sicurezza senza ricorrere all’ausilio del cavo metallico. Si sbuca su di una terrazza rocciosa alla cui sinistra si profila la vetta (1.00h ca.). La terrazza concede una sosta dopo la prima parte impegnativa e c’è qualche interruzione del cavo. La via riprende alternando tratti quasi verticali su roccia compatta a tratti più pianeggianti su rocce e ghiaino instabile, attenzione a chi segue, consentendo in alcuni punti una progressione senza l’ausilio delle mani. L’itinerario riprende dopo breve tratto di sentiero e conduce rapidamente in cresta alternando tratti più o meno verticali sempre su roccia buona. Le attrezzature aggirano la cresta sommitale dapprima verso sinistra e quindi a destra scoprendo una visuale incredibile sul sottostante rifugio Romanin e sulla valle di Forni Avoltri. Poco oltre una grande parete strapiombante con un baratro di circa 500 metri!. Infine la via prosegue proprio sull’affilata cresta (è il confine Italia-Austria) sino a raggiungere, nei pressi di alcuni resti di trincee, abbastanza agevolmente, la vetta (campana da suonare!).
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DISCESA
La discesa avviene lungo la via normale sul versante sud, prima su facili roccette 150-200 metri e infine su un grande ghiaione. Al termine proseguendo a sinistra si risalgono per sentiero le balze erbose del Pic Chiadin per poi scendere al Rifugio Marinelli.

14 luglio – Rifugio Marinelli (mt 2111) – Rifugio Tolazzi (mt 1350)
Dislivello: – 760 m. Tempo di percorrenza: ore 2.00

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