Le Cinque terre

Le rocce che nell’era terziaria sono state spinte, rialzate, pressate insieme, hanno creato delle pieghe e l’erosione continua di milioni di anni da parte dell’acqua ha dato pian piano forma ad un’infinità di penisolette e di baie tra Punta del Cavo e Punta Mesco. Là si trovano cinque paesi: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza, e Monterosso che costituiscono appunto la famose “Cinque Terre”.

Su quella base geologica stupenda, gli abitanti sono riusciti, con la coltivazione a terrazza, a vincere il terreno (poco generoso) che consiste in strette strisce a picco sul mare. Forse è l’aria salata dagli alti spruzzi delle onde nelle giornate di tempesta, insieme al tenace lavoro che i contadini svolgono da centinaia d’anni, ad aver reso così dolce l’uva e gustosi i limoni e le olive. Il delicato equilibrio tra elementi naturali ed azione umana ha determinato un paesaggio unico, inserito nella lista dei beni dichiarati dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’umanità.

Dai ritrovamenti archeologici, sappiamo che l’uomo ha vissuto su questa costa nelle epoche più remote lasciando tracce come oggetti e gioielli. Se i Romani avevano ripristinato l’antica strada etrusca riportando scambi e commercio anche alle Cinque Terre, queste furono nuovamente dimenticate durante il dominio della Repubblica di Genova e forse è proprio grazie a questa dimenticanza che il luogo ha conservato intatta la sua naturale bellezza. L’uomo dovette costruire un’infinità di muri e muretti per reggere la costa scoscesa. Da uno studio di naturalisti, l’uomo di questi luoghi avrebbe compiuto un lavoro immane nell’erigere questi famosi “muretti” tanto da costruire una muraglia alta anche due metri e lunga undici km.

Ancora oggi ci sono difficoltà per raggiungere i paesi, se non con la ferrovia o per strade tortuose; ma le difficoltà di accesso sono ancor oggi le garanzie più sicure per la conservazione di un paesaggio dalle caratteristiche uniche al mondo.

Come arrivare:

Il treno è uno dei mezzi più indicati ed economici (informarsi su orari presso le FS).

In auto : la strada litoranea consente di arrivare a Riomaggiore e Manarola e, passando per Volastra, si possono raggiungere anche Corniglia, Vernazza e Monterosso tenendo presente che la strada, dopo il bivio di Vernazza, è tortuosa per un certo tratto.

Se i visitatore proviene dall’autostrada A12 Livorno-Sestri Levante e intende percorrere il sentiero azzurro che permette di visitare tutti i paesi, deve uscire al casello S.Stefano Magra/La Spezia, quindi seguire le indicazioni per Cinque Terre e parcheggiare a Riomaggiore (per una giornata circa Eu 12,00). Dopo aver completato il sentiero 2 si può tornare al parcheggio con il treno in 10/15 minuti.
I sentieri delle Cinque Terre

Numerosi sono gli itinerari o sentieri pedonali, tutti di notevole interesse escursionistico e culturale. Noi faremo riferimento al n°2 che ci permette di visitare, lungocosta e con qualsiasi condizione meteo, tutti i cinque paesi. E’ possibile fare una variante che riassumiamo dopo la descrizione del n°2.

C.A.I. sentiero n° 2 Riomaggiore-Monterosso (lungo mare).

Tempo di percorrenza totale circa 5 ore, il dislivello totale per i continui saliscendi è di circa 500 mt. Il sentiero inizia dal piazzale della Stazione FS per la via dell’Amore (scavata nella roccia a picco sul mare nel 1926-28 e completata successivamente, costo Eu 3,00) fino a Manarola (20’) . Arrivati all’uscita della galleria pedonale, si attraversa Manarola scavalcando la ferrovia a sx, si scende in fondo al paese e si gira a dx (nei pressi della trattoria Marina Piccola, per riprendere il sentiero che sale lasciando il cimitero sulla sinistra. Poco dopo il cimitero si incontra un bivio contrassegnato da una Madonnina (porta la data del 1860; sotto l’immagine sacra è ricavata una nicchia che serviva da ricovero per il viandante, caratteristica questa dei tanti tabernacolo delle Cinque Terre). Dopo il bivio, quando il sentiero corre ormai in piano e Corniglia si vede di fronte, se ne incontra un altro; si deve prendere quello che precipita per pochi metri sulla sinistra ed immettersi nel tracciato più recente. Quest’ultimo tratto segue la bella spiaggia ad una quota di circa 30 mt prima di passare sotto la ferrovia, guadato il rio Mulinello e raggiungere la Stazione FS di Corniglia. Per arrivare in paese bisogna salire le “Scalette di Lardarina” a 100 mt di quota. (60’). Da Corniglia il sentiero sale a Prevo (208 mt) ma con alcuni punti difficoltosi e poi scende a Vernazza (90’). Inizia qui il tratto più lungo e tortuoso fino a 182 mt s.l.m. diventando un sentierino che richiede attenzione ed in vista di Monterosso scende ripidamente fino in prossimità del Comune (120’).

I paesi :

Riomaggiore: è il paese più ad est, disposto nella valletta del rio Maior che con il suo corso ha determinato l’impianto del borgo. Questo, negli ultimi decenni, pur mantenendo l’originaria vocazione agricolo marinara si è notevolmente affermato nel turismo, anche per le rapide comunicazioni con la Spezia.

Le origini del paese risalgono all’VIII sec., quando venne fondato da un gruppo di profughi greci sfuggiti alla persecuzione iconoclasta (movimento contro il culto delle sacre immagini cattoliche), passò poi dai Fieschi alla repubblica di Genova nel 1276.

L’abitato presenta una struttura urbana organizzata secondo una serie di percorsi pedonali, impostati secondo le linee di livello del terreno, che permettono l’accesso anche ai piani superiori delle abitazioni. Nella parte alta vi è la chiesa parrocchiale di S.Giovanni Battista, costruita nel 1340 dal vescovo di Luni, poi nel 1870 fu rifatta la facciata in stile gotico. Nei pressi si trova la casa ove, dal 1870, soggiornò Telemaco Signorini che in numerosi dipinti ritrasse aspetti caratteristici del luogo.

Da qui si scende all’oratorio dei Disciplinati del XVI sec., mentre dalla parte opposta in posizione elevata vi sono resti del castello ove venne sistemato il cimitero vecchio.

Manarola: il borgo ha origini molto antiche, ma è difficile tracciarne un profilo storico ben definito. In posizione dominante, a monte dell’abitato, si trova la chiesa parrocchiale del 1338 in stile gotico. Riparato da una gola chiusa tra due speroni si trova il porticciolo.

Corniglia: è situata su un promontorio roccioso a picco sul mare, ai margini di una conca coltivata a vigneti. Più legato al territorio che al mare, questo piccolo paese ha destinazione agricola e presenta tipologia urbana simile ai nuclei rurali dell’entroterra

La parrocchia di S.Pietro è uno dei più interessanti monumenti gotico-liguri delle Cinque terre, edificata nel 1334 sui resti di una cappella del IX sec. è stata in seguito rimaneggiata e presenta al suo interno sovrapposizioni barocche. Sotto il sagrato vi è un edificio con archi gotici in pietra nera che la tradizione identifica con l’antica stazione di posta della famiglia Fieschi.

Vernazza: paese fondato intorno al mille, acquisì nel tempo forti e radicate tradizioni marinare. La presenza di elementi architettonici di pregio, quali logge e porticati, testimonia che il livello di vita di un tempo era economicamente e socialmente superiore a quello degli altri paesi.

Monterosso: il centro più occidentale, a ridosso di colline coltivate a vite ed ulivo. La vegetazione circonda l’abitato come un abbraccio; le sue spiagge e le meravigliose scogliere, le limpide acque del mare rendono il paese tra i più accoglienti: La torre medioevale Aurora, situata sopra il colle dei Cappuccini, separa il borgo antico da quello moderno. Nella chiesa di S.Francesco figurano alcune opere di rilievo tra cui la Crocifissione, da molti attribuita a Van Dyck.

Variante al sentiero n°2 : Da Riomaggiore a Manarola come precedentemente descritto, si prende poi il sentiero n° 6 che in salita ci porterà a Volastra (335 mt)- santuario Madonna della Salute – . Seguiamo il n° 6 ancora in salita fino ad incontrare il n° 7/a (460 mt) per scendere a Corniglia e riprendere il n° 2 verso Vernazza e Monterosso.

Il vino delle Cinque Terre: oltre che per il paesaggio, questi luoghi sono conosciuti per i piatti tipici della cucina ligure sapientemente accompagnati dai vini tra i quali il famoso Sciacchetrà (citato anche negli scritti del Petrarca, Boccaccio, D’Annunzio). I contadini, per poterlo coltivare, hanno costruito terrazzamenti con muri a secco dalla cima delle colline fino al mare. Questo vino, prodotto in modeste quantità e quindi costoso, viene fatto con la migliore uva lasciata appassire naturalmente; i grappoli vengono poi sgranati a mano, chicco per chicco, selezionando gli acini migliori per preparare un vino profumato cha va degustato dopo invecchiamento di almeno 1 anno.

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