GIRO DEL CATINACCIO

GIRO DEL CATINACCIO

abato 30 giugno e domenica  1° luglio 2012

Sabato 30 giugno – Ritrovo ore 6.30 al parcheggio presso l’ingresso A1 di Barberino M.llo
Trasferimento in auto al Passo di Costalunga (m1753)
Con la funivia salita al Rifugio Paolina (m.2125)

Tempo di percorrenza: ore 4.30
Dislivello  in salita: m. 650  in discesa: m. 550

Dal rifugio si seguono i sentieri prima 552 e poi 549 fino al Rifugio Fronza (m.2339).
Si inizia a salire rimontando un tratto di roccette, parzialmente attrezzate con corda metallica, che consente di accedere alla lunga cengia detritica sottostante tutto il versante O del Catinaccio; la si segue comodamente verso N, passando sotto la Cresta di Davoi e tralasciando la diramazione a destra del sentiero verso il Passo delle Coronelle; con qualche agevole saliscendi la cengia si restringe conducendo ai piedi della parete O del Catinaccio. Si comincia quindi a salire attraverso articolati sistemi rocciosi principalmente caratterizzati da canalini talvolta ingombrati da grossi massi e larghe lastre orizzontali di roccia. Il percorso è ben segnalato con delle S in vernice rossa, ed attrezzato in buona parte con corde metalliche, gradini infissi nella roccia e scalette mentre i rimanenti passaggi non attrezzati richiedono un po’ di attenzione; in alcuni punti si sale senza alcun ausilio artificiale, ma sempre su ottima roccia e con passaggi alternativi che consentono un eventuale sorpasso senza pestare mani e piedi ad escursionisti più lenti. Giunti alla forcella sotto le Guglie di Schrofenegger (2650mt ca.), ci si deve calare per una ventina di metri lungo una rampa attrezzata, per raggiungere il profondo canalone sul fondo del quale si trova il caratteristico nevaio da risalire dapprima sul suo margine destro e da attraversare verso sinistra, su neve solitamente ben battuta ma talvolta ghiacciata, più o meno in alto secondo le condizioni di innevamento, comunque assicurandosi alle funi metalliche, talvolta piuttosto lasche, che tagliano il canalone per tutta la sua larghezza. Il canalone, poco sotto il punto di attraversamento, scompare in un salto strapiombante di alcune centinaia di metri, pertanto occorre fare molta attenzione. Si esce dal canalone sfruttando una paretina attrezzata leggermente strapiombante sul bordo sinistro e attraverso le ultime difficoltà si sbuca al Passo Santner (2741mt), a pochi metri di distanza dall’omonimo rifugio. Ci troviamo sull’orlo superiore della meravigliosa conca del Gartl, delimitata sulla sinistra dalla Croda di Re Laurino, sulla destra dalla Cima Catinaccio e sullo sfondo della quale compaiono sorprendentemente le forme slanciate delle Torri Meridionali del Vajolet: Delago, Stabeler e Winkler. Si intraprende quindi la discesa attraverso il Gartl, costeggiando il lago sul fondo della conca (sempre più piccolo negli ultimi anni), ed oltrepassando il rifugio Re Alberto (2621mt); vale la pena di perdere qualche minuto per provare l’emozione di sostare in un rifugio costruito ed a lungo gestito dal Diavolo delle Dolomiti, il grande Tita Piaz. Si imbocca la Gola delle Torri, dalla quale è possibile ammirare il selvaggio sottogruppo del Larsec, che dapprima su sentiero ghiaioso gradatamente sempre più ripido poi attraverso una fascia di roccette molto lisciate dai passaggi e sporadicamente attrezzate, quindi di nuovo per sentieri più agevoli e quasi senza via obbligata,  conduce al pianoro delle Porte Negre (2243mt) dove si trovano i rifugi Vajolet e Paul Preuss.
Cena e pernottamento al Rifugio Vajolet.

Domenica 1 luglio :
Tempo di percorrenza: ore 7.00
Dislivello   in salita:  m. 900    in discesa: m. 1000

Dal rifugio Vajolet si prende il sentiero 541 che sale al Passo delle Cigolade (m.2550) quindi si scende di circa 200 metri fino ad incrociare a destra il sentiero 551. Lo si imbocca salendo fino al Passo del Vajolon (m.2560). Da qui con facile percorso attrezzato si sale fino in vetta alla Roda de Vael (m.2806). Si scende poi dalla parte opposta sempre con percorso attrezzato non difficile fino al bivio posto sotto la Torre Finestra (m.2540). Da qui inizia il tratto più impegnativo del percorso, la ferrata Masarè. Chi non volesse percorrerla può prendere a sinistra il sentiero che scende in breve al Rifugio Roda de Vael e attendere lì il resto del gruppo.
Si raggiungono nuovamente le attrezzature, si prosegue ora per lungo tratto con il cavo che funge da scorrimano interrotto qua e là da brevi passaggi più verticali senza particolari difficoltà e, dopo un breve sentiero, si aggira uno spigolo con un salto roccioso raggiungendo alcuni metri di roccette più verticali e divertenti ed un esposto traverso verso un secondo spigolo. Un intaglio, si affronta in divertente arrampicata , all’uscita ci si tiene sulla destra dove una breve cengia porta ad un secondo intaglio, si supera attraverso facili gradoni e si aggira la parte superiore di un canalino, da prima tramite un breve ma esposto traverso e poi una comoda cengia. Il cavo devia all’interno di un camino piuttosto gradinato dal quale si esce a sinistra in esposta traversata fino ad una comoda cengia. Si ritorna in parete, in verticale, la roccia è molto appigliata si salgono alcuni metri che permettono di toccare il filo di cresta ma subito si perde quota con il cavo che scende nettamente alternando tratti in cengia a passaggi su roccette. Davanti a noi impera il Torrione da risalire sfruttando una fessura/camino lungo il suo fianco destro e nella quale già si intravedono le attrezzature. Inizia l’avvicinamento, si risale un fessura attrezzata con molte staffe, ci si tiene sul lato sinistro della stessa, si scende in una forcellina, in spaccata ci si porta sul versante opposto della forcella e si risalgono le roccette che in pochi metri portano alla base del lungo camino. I primi metri sono attrezzati solo con cavo quindi ci si “infila” nella fessura con movimenti che lo zaino rende impacciati, si utilizzano nel limite del possibile le staffe presenti e si  termina, curiosamente, all’interno della cima del Torrione che risulta “spaccata” in due creando un suggestivo pulpito. La fessura davanti a noi rappresenta l’uscita dal Torrione oltre la quale il cavo prosegue da prima orizzontalmente lungo cengia poi perde quota tramite roccette sempre ben attrezzate ed infine scende decisamente in verticale. La discesa, delicata, è da effettuare con molta cautela studiando in particolare gli appoggi dei piedi sia naturali che artificiali. Pur senza sottovalutarlo, questo tratto, se fatto con attenzione,alla vista risulta più impegnativo del dovuto. In calata, si arriva ad una sella, il cavo prosegue a sinistra lungo breve sentiero, si scavalca un primo salto roccioso, si raggiunge un secondo salto, un terzo ed aldilà dello spigolo, un comodo sentiero in cresta raggiunge, brevemente, il culmine della Via con notevole panorama, in primis, da sinistra, il Sasso Lungo, il Sella ed il gruppo della Marmolada. La discesa su sentiero porta in prossimità del rifugio Roda de Vael e da qui a destra in breve al rifugio Paolina da dove si riprendono gli impianti per riscendere al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto.

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