Due nere al cospetto della Marmolada

Sabato e domenica 15 – 16 settembre 2012

Sabato 15:  Ferrata dei Finanzieri    Cima Colac (2713 m)

Difficoltà: difficile
Durata: 2.30 h circa salita – 1.30 – 2.00 h discesa.
Dislivello: 650 m in salita – 650 m in discesa. 600 m di ferrata

Da Alba di Canazei-Tn, con la funivia del Ciampac -partenze ogni 30’- si raggiunge la stazione a monte della funivia 2060m. Si percorre un breve tragitto in discesa fino ad un laghetto artificiale e poi si segue un breve sentiero che si snoda a zig zag sul ghiaione che porta all’attacco della ferrata a 2150m.

La ferrata:
I primi metri sono facili e invitanti,ma la vera personalità di questa via non tarda a manifestarsi. Un lungo diedro abbattuto si apre sul fianco della montagna, ben visibile anche dal basso, aperto e pronto a ricevere tutto quello che cade dall’alto. Come se non bastasse le placche d’appoggio sono perennemente bagnate dallo sgocciolio che proviene dai tetti soprastanti. Si segue la rampa rimanendo sempre a ridosso della parete verticale. Dopo una breve discesa si risale un tratto più ripido che porta alla base del passaggio chiave. Per evitare il tratto più esposto alla caduta delle pietre, i simpatici finanzieri, hanno deciso di attrezzare una variante, molto verticale e strapiombante, che risale per circa 100mt una serie di camini. In verità il lavoro è ben fatto, attrezzato con gradini metallici in tutta la sua lunghezza. L’unico problema è nella notevole, anzi, notevolissima e spaventosa esposizione in cui ci si viene a trovare! Da questo punto in poi non ci sono difficoltà eccessive. Per notizie più dettagliate fare riferimento al sito www.vieferrate.it

Discesa:
Dalla cima si scende per roccette un ripido canale attrezzato, per poi passare sul versante est che, sempre per canali scoscesi, conduce in modo vertiginoso e rapido, vista l’inclinazione, fino alla base della strapiombante parete est del Colàc. Da questo versante, che è quello che si osserva risalendo la Val Contrin, il Colàc acquista tutto il fascino delle più nominate pareti dolomitiche. A questo punto si segue il sentiero che porta alla Forcia Neigra (dal colore delle rocce di origine eruttiva) e da qui si scende al Ciampac lungo la valle soprastante le piste da sci e quindi alla stazione a monte della funivia. Pernotteremo al rifugio Fedaia (se possibile) con trattamento di mezza pensione

Domenica 16 settembre:
Ferrata delle trincee   Cima Mesola – Cresta del Padon

Difficoltà: Molto difficili ed esposti i primi 30mt poi moderatamente difficile.
 Durata: 
-In salita 3.00h da Porta Vescovo al bivacco Bontadini più 1.15h se si sale a Porta Vescovo a piedi dalla diga di Fedaia.
-In discesa 1.00h per tornare a Porta Vescovo o 1.45h per scendere alla diga Fedaia passando per l’omonimo Passo.

 Dislivello: 
Dal lago di Fedaia, passando da Porta Vescovo fino al punto più alto dell’escursione Cima Mesola : 680 mt.
Dal rifugio Fedaia porteremo le macchine alla diga del lago Fedaia. Da qui saliremo a Porta Vescovo con il sentiero 698 (1.30 h) fino alla stazione a monte della funivia (2480 m). Da qui in 20 minuti saremo all’attacco della ferrata ( 2580 m).

La ferrata:
La parete rocciosa di origine vulcanica si presenta nerastra e contrasta con il classico colore delle Dolomiti anche se comunque molto compatta. Il primo tratto di circa 50mt si presenta verticale e gli appigli naturali presenti sono abbastanza levigati, vi si trova una placca iniziale, successivamente un diedro sempre povero di appigli porta ad una nuova placca da superare in diagonale sfruttando le strette fessure della roccia  mentre un breve e non faticoso traverso  porta alla basa di una nuova placca leggermente inclinata  che se asciutta offre ottima aderenza. Dopo circa 20′ dall’attacco si può dire di aver superato il tratto più impegnativo e si può prendere fiato lungo la prima insellatura superabile grazie ad alcune roccette in quota ed un bel ponte sospeso che porta alla base della Mesola (2727m) mentre alcuni spuntoni rocciosi ed un ultimo passaggio delicato, con gli appoggi artificiali un pò lontani dal cavo, portano al punto più alto dell’escursione. Per notizie più dettagliate fare riferimento al sito www.vieferrate.it

Discesa:
Dal rifugio Padon, dove arriviamo con la ferrata, si scende al lago Fedaia con una mulattiera e poi con la strada pedonale (asfaltata purtroppo) si ritorna alla diga dove abbiamo lasciato le macchine.

Rimborso totale x auto € 130,00

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