Comacchio e delta del Po

6  aprile  2014

Ritrovo al parcheggio del Turlaccio e partenza con pullman.

Mattino:   Visita guidata alla salina. Partenza dalla stazione di Pesca Foce.
All’interno della salina sarà possibile osservare gli uccelli migratori e stanziali caratteristici degli acquitrini del polesine.

Localizzazione: dalla SS 309 Romea, venendo da Comacchio, all’altezza del Lido degli Estensi, si segue la piccola indicazione Saline. Dopo aver costeggiato l’argine del Canale Logonovo, per poco più di 1 km si arriva ai resti della Torre Rossa. Da qui sono visibili le saline, che si estendono a ridosso del Casone Pegoraro, a sud-ovest della valle Campo. Le saline si estendono per 600 ettari e si articolano in fitti intrecci di canali, specchi d’acqua, con chiuse ed impianti di derivazione delle acque ed alcuni casoni dismessi lungo il perimetro.
Fin dai tempi più remoti qui veniva estratto il sale e tale attività fu causa di numerose guerre con Ravenna e Venezia.
L’estrazione del sale è stata interrotta nel 1984, non ritenendola più un’attività remunerativa. Da quel momento è divenuta una zona umida salmastra di notevole valore naturalistico, dove nidificano molti uccelli di palude e dove, da alcuni anni a questa parte, sostano anche i fenicotteri rosa.
Nelle vasche di decantazione, prive di acqua, la superficie è una crosta di sale, dove, nelle fratture, si sviluppano piccoli crostacei e insetti.
La Salina è patrimonio dello Stato. E’ in corso di definizione la sua concessione al Comune di Comacchio.

I Casoni: L’organizzazione della pesca nelle Valli di Comacchio si fonda  , da sempre , sui casoni: siti di attività lavorative e fino a pochi anni orsono  alloggi dei vallanti nelle permanenze in valle. Capanne erette con pali e rivestite di materiale vegetale, chiamato grisola, un insieme di fasci di canna palustre, legati tra loro con la paviera (fibra di giunco o carice). Solo a partire dal 1600 si iniziò a costruirli in muratura e con più vani. Sono caratterizzati da un’altezza modesta e da porte e finestre ridotte.

La loro funzione era doppia:

1. Stazioni di pesca: vi risiedeva il vallante che si dedicava all’attività. Era sempre presente un camino per il riscaldamento e per cuocere il cibo, quasi esclusivamente costituito da pesce e polenta. Ogni abitazione possedeva in genere una Tabarra, un magazzino-laboratorio per la costruzione e manutenzione degli attrezzi da pesca e dei manufatti di uso corrente, quasi sempre caratterizzati da oggetti in grisola, adoperati per i lavorieri.

2. Stazioni di appostamento: erano spesso provviste di torre con guardiola (come il casone Foce), che serviva per la sorveglianza da parte delle guardie vallive, contro la pesca illecita, praticata dai fiocinini (pescatori di frodo che si servivano delle fiocina). Oltre ai casoni c’erano le Cavane, cioè capanne per il ricovero delle barche. L’organizzazione e la dislocazione dei casoni avveniva in base alla suddivisione dei quattro comprensori vallivi, alla loro estensione, alla manodopera impiegata in ognuno e alla quantità di pescato
In ogni quartiere c’era in genere un casone principale e alcuni minori.
Oggi sono visitabili due casoni di appostamento (Foce e Coccalino) e tre di pesca: il casone Foce, sede del ristorante Bettolino di Foce, il casone Serilla, che era uno dei maggiori, provvisto di tabarra e cavanna, e un casone minore, il Pegoraro. Attualmente sono attive cinque stazioni di pesca e sette case di vigilanza

 

Lunghezza del percorso circa Km 7 e durata  h 2,30
Pranzo al sacco.

 

Pomeriggio:
Visita con guida all’antica manifattura dei marinati per vedere la lavorazione  della marinatura dell’anguilla.

Durata circa un’ora.

L’antica Manifattura dei Marinati rappresenta un pezzo importante della storia di Comacchio, perché ha rimesso in moto l’intero ciclo di lavorazione delle anguille e delle acquadelle.

E’ una fabbrica attiva per alcuni mesi l’anno.
È un museo perché propone un percorso storico testimoniale.
La storia e la lavorazione dell’anguilla sono per la città lagunare uno degli elementi caratterizzanti, per questo con il recupero del grandioso complesso della fabbrica del marinato, incastonato nel centro storico di Comacchio, è nata, o meglio rinata, la fabbrica dei pesci.
Le anguille, pescate nelle Valli salmastre che circondano la città, da secoli vengono lavorate e conservate secondo un procedimento di marinatura rimasto inalterato nel tempo. In passato questa attività veniva svolta da una miriade di famiglie che, per conto dell’Azienda Valli, provvedevano alla marinatura. Nei primi decenni del ‘900 anche la lavorazione rientrò fra le prerogative dell’Azienda, unitamente alla coltura ittica, alla vigilanza, all’amministrazione interna e alla commercializzazione del pescato.
Un’attività che si è protratta consecutivamente per oltre sessant’anni coinvolgendo, nel periodo deputato alla lavorazione, un gran numero di maestranze.

  • Oggi la Manifattura dei Marinati si articola su oltre milleseicento metri: presenta la Sala dei Fuochi, il cuore dell’intero complesso, in cui sono conservati dodici camini intervallati da nicchie, in cui avveniva, e avviene tutt’oggi la lavorazione dell’”Anguilla marinata delle Valli di Comacchio”;
  • la Calata o Fossa, dove approdavano le barche colme di anguilla e pesci destinati alla marinatura.
  • Nel suo stato originario, è conservata inoltre la Sala degli aceti: con i tini e le botti.

La Manifattura è oggi sede del Museo dell’Anguilla un museo da non perdere se si vuole capire il profondo legame dei Comacchiesi con i prodotti delle proprie acque.
E’ un’esperienza che lascia percepire i gesti della vita quotidiana del passato, trascorsa accanto ai fuochi e tra il vociare delle donne che scelgono la giusta salamoia, dosando aceto, acqua, sale e foglie di alloro.
UNA CURIOSITA’

Il sistema di cattura dell’anguilla è sostanzialmente lo stesso del passato: si chiama lavoriero ed è un manufatto a forma di V, costituito da pali e griglie, nel quale vengono bloccate le anguille mentre tentano di muoversi dalla valle e spingersi a mare per la riproduzione.

Il ns. programma prosegue con la visita libera al centro di Comacchio:  Palazzo Bellini, Vecchio Ospedale San Camillo, Ponte dei trepponti, Santuario di S. Maria in Aula, Torre dell’orologio, ecc..

Durata circa due ore.

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