Bassa Val di Susa: la Sacra di San. Michele

Bassa Val di Susa: la Sacra di San. Michele

28 – 29 – 30 Aprile

 

Questa escursione, adatta per “trekkisti e alpinisti”, ci porta in luoghi poco conosciuti almeno per la maggior parte di noi. La Valle di Susa, fin dall’antichità,  è la naturale via di accesso per chi, dalla Francia, vuole entrare in Italia. Per questo è percorsa, in tutta la sua lunghezza, da innumerevoli sentieri e mulattiere che, ultimamente, sono stati valorizzati dalle sezioni locali del CAI. Sui fianchi rocciosi della Valle, scoperti dall’erosione del ghiacciaio che l’ha creata e nei numerosi orridi creati dai torrenti, sono state attrezzate falesie e ferrate molto frequentate.
Molto particolare è la Sacra di San Michele un complesso architettonico collocato sul Monte Pirichiano (960m), all’imbocco della Val di Susa, monumento simbolo della regione Piemonte.

Sabato 28 Aprile:
Arrivo nel comune di Caprie.

1) Escursionisti: da Caprie ( 374 m) a Campambiardo (742 m) piccola frazione del comune. Si può proseguire per Camparnaldo (990 m) dove in località Celle è possibile visitare l’antica chiesa.
Il piccolo borgo di Celle prende il suo nome molto probabilmente dalle celle dei monaci eremiti che vissero in quei luoghi intorno all’anno Mille: il primo di questi, si narra, fu Giovanni Vincenzo, vescovo di Ravenna.
La prima chiesa è la parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta e caratterizzata dal bel campanile romanico. Di grande importanza, però, è la seconda chiesa, la cosiddetta cripta, alla quale si giunge attraverso un passaggio interno alla parrocchiale: una ripida ed antica scala in pietra conduce a quello che la leggenda indica come luogo in cui visse l’eremita Vincenzo.
Di pregio le colonne che sorreggono la cripta, collocata sotto l’altare, e gli antichi affreschi che illustrano la vita del santo. La terza chiesa, sulla piazza, è conosciuta come ‘la grotta’, incastonata come è nella roccia viva.

Ritorno a Caprie con lo stesso sentiero dell’andata.

2) gli alpinisti possono salire in cima alla Rocca Bianca (698 m) con la ferrata di “Caprie” oppure cimentarsi sulle vie di arrampicata dell’omonima falesia (circa 80 vie per tutti i gusti). Dalla cima si scende con un facile sentiero che si ricollega a quello percorso dai camminatori.
Difficoltà: PD
Dislivello: 350 m
Durata complessiva: 2 – 2.30 h
Per informazioni più dettagliate su tutte le ferrate consultare  il sito: www.altox.it/vallesusaFerrate

Trasferimento in albergo e pernottamento con trattamento di mezza pensione.

Domenica 29 Aprile:

Trasferimento in pullman nella località di Vaie.

1) Escursionisti:  Vaie – Sacra di San Michele sulla via dei Franchi
Dislivello: 792 m in salita, 317 m in discesa
Difficoltà: media (tratto in salita da Vaie alla Mura, poi relativamente pianeggiante e in discesa).
Itinerario:
Dalla chiesa di S. Margherita si percorre via Roma, in direzione di Torino, fino all’area attrezzata della Pradera, per poi svoltare decisamente a destra verso il Santuario di S. Pancrazio. All’incrocio, nei pressi del santuario, sulla sinistra è visibile il vallo paramassi che protegge l’abitato dalle piene del Rio Penturetto. Poco sopra s’incontra lo Stagno della Ghiacciaia, ora rifugio per diverse specie di animali che vivono in ambienti umidi.
Dall’incrocio che porta al santuario si prende a sinistra la strada asfaltata che conduce alla borgata Folatone; lungo il tragitto si toccano Case Suppo (553 m), Case Cattero (590 m), Case Arpiat (679 m).
Poco sopra Presa Pic (970 m) si incontra un bivio. Proseguendo diritto si arriva al Folatone, sempre per strada asfaltata, mentre seguendo la diramazione a destra si può raggiungere la borgata La Mura (1089 m), dalla quale una mulattiera in buon stato di conservazione attraversa in discesa un bosco di castagni e conduce anch’essa al Folatone (986 m).
Da questo punto in poi il percorso è un susseguirsi di tratti pianeggianti e saliscendi su strada prevalentemente sterrata (con asfalto limitato ad alcuni tratti).
Oltrepassate le deviazioni per le borgate Molè (1000 m) e Bennale (934 m), la strada giunge infine al Colle Braida (1007 m) alle porte del cui nucleo abitato spicca, immersa in faggi maestosi, “Villa Tamagno” (dimora estiva del grande tenore torinese).
Qui si svolta a sinistra e, tramite la provinciale che scende verso Avigliana, si tocca borgata Basinatto (920 m); dopo una sosta alla Fontana Gigheirone (lungo la medesima strada), si giunge al Colle della Croce Nera (859 m) e alla Sacra di San Michele.

2) per gli alpinisti: ferrata Carlo Giorda alla Sacra di San Michele

Gli alpinisti proseguono in pullman fino alla località Croce Bell’Alda. L’attacco della ferrata si trova a pochi metri dalla statale vicino ad un piccolo parcheggio.
Difficoltà AD
Dislivello ferrata 600 m.
Tempo complessivo necessario  5 – 6 h.

Dopo la visita al Santuario tutto il gruppo scende a Sant’Ambrogio in Torino lungo la vecchia mulattiera percorsa dai pellegrini nell’antichità.
Tempo a disposizione permettendo faremo un giro turistico al Lago grande di Avigliana. Ritorno all’albergo.

Lunedì 30 Aprile:

Trasferimento in pullman al paese di Chianocco (550 m).
Subito a destra della chiesa parrocchiale inizia il Sentiero degli Orridi. Questo sentiero, tutto in quota, con vari saliscendi collega l’orrido di Chianocco con l’orrido di Foresto in circa 3 – 3,30 h. Dopo pochi minuti e prima di un arco naturale c’è il bivio dove i due gruppi si separano:

1) gli escursionisti prendono a sinistra per proseguire il trekking sul sentiero degli orridi (volendo, in pochi minuti e con qualche guado è possibile arrivare all’attacco della ferrata e vedere l’orrido dal basso) fino alla borgata di Molè (950 m) dove i due gruppi si riuniscono per proseguire insieme fino all’orrido di Foresto.

2) gli alpinisti proseguono a destra per raggiungere in pochi minuti l’attacco della ferrata.
Difficoltà: D
Dislivello: 150m
Durata: 1h circa

Breve, intenso, piacevole; tre aggettivi che caratterizzano perfettamente l’itinerario dell’Orrido di Chianocco. La Via Ferrata si sviluppa all’interno della più interessante oasi naturale della Valle, la Riserva Naturale Speciale dell’Orrido e stazione di Leccio di Chianocco, istituita già nel 1980, a difesa di questo caratteristico luogo particolarmente suggestivo.
Breve, perché il percorso dopo pochi minuti di avvicinamento, si sviluppa lungo poco meno di 300 metri di cavo metallico, con una interessante variante, da percorrersi avanti e indietro che porta all’interno di una grotta, dove diverse visite e ricerche archeologiche ne confermano la frequentazione in epoca preistorica.
All’uscita della ferrata prenderemo il sentiero degli Orridi per ricongiungerci al resto del gruppo in località Molè (950 m) e proseguire fino all’orrido di Foresto.

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