ITINERARIO
Lunghezza del percorso: 15 km
Dislivello: 800 mt circa
Durata: 6 ore
La partenza è da Santa Lucia (90mt), dopo la pasticceria Moncelli svoltare alla seconda a destra.
Il parcheggio è sulla sinistra, ci si incammina verso il fiume e lo si attraversa su ponticino pedonale, poi si percorre il sottopasso della galleria e quindi si gira a sinistra su breve tratto asfaltato che ci conduce all’incrocio da cui inizia il sentiero CAI 28.
Continueremo su questo sentiero fino a Casa Bastone (476m).
Il sentiero 28 per Casa Bastone non ha difficoltà tecniche ma occorre tenere presente che sale 400 metri di dislivello che mettono subito a dura prova le gambe. Vale la pena comunque di fermarci anche a godere il panorama di Prato che lentamente si forma alle nostre spalle.
In circa un’ora di cammino usciamo dal bosco e arriviamo ad una radura in cui troviamo Casa Bastone (470m), un’antica casa colonica da cui si può godere di un panorama magnifico su tutta la piana pratese.
Nei dintorni della casa si possono ammirare un monumentale tronco di quercia ed un’antica cisterna in pietra.
L’edificio era di proprietà della Cassa di Risparmio di Prato ed è gestito dalla sezione pratese del CAI. Solitamente è chiuso , ma adiacente alla casa, con ingresso posizionato sul retro, c’è un piccolo riparo sempre aperto con camino e tavoli.
Qui aspetteremo coloro che sono partiti da Valibona per il percorso alternativo.
Da Casa Bastone proseguiamo sempre in salita sul sentiero CAI 28 in direzione Cavagliano: la strada adesso esce dal bosco, si fa più larga e in pochi minuti di salita arriviamo alla selletta tra Poggio Camerella, alla nostra destra, e la Retaia, alla nostra sinistra: siamo circa a quota 520m immersi nei bellissimi prati di ginestre.
Pochi metri sotto di noi a circa dieci minuti di cammino, sul lato di Calvana affacciato sulla Val Marina e Travalle, c’è l’antico borgo di Cavagliano (479m), con i ruderi della cinquecentesca Chiesa di San Biagio che meriterebbe di essere visitato…
Noi invece, ripreso fiato, ci dirigiamo a sinistra lungo il sentiero 2 e poi sentiero 20 verso la sommità della Retaia (772m).
Gli ultimi 250 metri di dislivello, sono abbastanza stancanti , ma si viene ripagati dalla bellezza del paesaggio circostante: qualche roverella a gettare un pò d’ombra, a primavera fiori e giunchiglie ovunque, prati verdi che sembrano sconfinare nel cielo. Alla nostra sinistra, salendo, Prato e la Valle del Bisenzio, alla nostra destra Firenze e Monte Morello… alle nostre spalle le propaggini meridionali della Calvana con le antenne di Poggio Castiglioni…davvero uno spettacolo meraviglioso… a poco più di un’ora di distanza dal traffico pratese.
Poco prima della vetta, troviamo la croce della Retaia.
Dalla Retaia il sentiero 20 prosegue in facile saliscendi sul crinale fino a Poggio Cocolla (807m) da cui abbiamo una bella visuale della cima della Retaia alle nostre spalle e , guardando verso est, di Monte Morello e della piana fiorentina
Da Poggio Cocolla puntiamo verso la cima del Cantagrilli su terreno ormai pianeggiante e praticamente privo di vegetazione se non di tipo arbustivo . E’ una piacevole passeggiata durante la quale sarà facile incontrare cavalli e mucche allo stato brado al pascolo sui prati.
Infine arriviamo alla croce di ferro del Cantagrilli (818m), l’elevazione più alta di questo ultimo tratto di dorsale della Calvana. Intorno a noi un panorama vastissimo e mozzafiato, praticamente circolare, con l’Autostrada del Sole, Monte Morello e i borghi di Travalle, La Chiusa e Carraia sotto di noi.
Dalla croce, sempre per il sentiero 20, procediamo in discesa verso il Crocicchio di Valibona. Davanti a noi abbiamo le vetta del Monte Cagnani (752m) e, più a destra, quella del Monte Maggiore (916m).
Arrivati al Crocicchio di Valibona, in cui si incrocia , tra l’altro, il sentiero 40 proveniente da Filettole, facciamo una veloce deviazione per il borgo di Valibona, raggiungibile in pochi minuti seguendo la strada bianca.
Raggiungiamo la lapide commemorativa degli eventi del 3 Gennaio 1944, primo esempio di Resistenza militare in Toscana combattuta tra la formazione partigiana dei “Lupi neri” ed i reparti repubblicani di Prato, la milizia volontaria Ettore Muti, i fascisti ed i carabinieri dei Comuni limitrofi.
“la Formazione partigiana comandata da Lanciotto Ballerini era impegnata in uno spostamento strategico verso i Faggi di Javello per coordinarsi con due squadre partigiane della Val di Bisenzio di Prato e tenere collegamenti con i gruppi partigiani presenti nelle montagne dell’Appennino Pistoiese.
Negli ultimi giorni del 1943 una parte dei suoi uomini fu protagonista di una piccola scaramuccia con alcuni militi fascisti in località Cornocchio, in seguito alla quale le autorità repubblichine pratesi decisero una spedizione punitiva in forze (150/200 uomini).
La mattina del 3 gennaio 1944 i fascisti, che erano riusciti dopo vane ricerche a trovare una guida (un guardiacaccia di una fattoria di Vaiano) attaccarono di sorpresa i partigiani rifugiati in un fienile. Lanciotto Ballerini si rese subito conto che l’unica soluzione possibile era rompere l’accerchiamento e tentare una manovra di sganciamento con una sortita e diede l’ordine di attacco.
La battaglia, che vide una grande dimostrazione di valore da parte dei partigiani, durò tre ore e raggiunse il suo scopo, dato che una larga parte del gruppo riuscì a sfuggire all’assedio ed a infliggere serie perdite al nemico.
Nelle file partigiane si contarono tre morti: Lanciotto Ballerini, morto nell’aprire la strada ai compagni; Luigi Giuseppe Ventroni, morto carbonizzato nel fienile a cui era stato dato fuoco e Vladimiro, catturato e ucciso con un colpo alla testa. Furono fatti prigionieri Benito Guzzon, Tommaso Bertovich, Corrado Conti, Mario Ori e Loreno Barinci che furono oggetto di sevizie particolarmente efferate.
Dall’altra parte si contarono 6 morti tra cui il capo della spedizione Duilio Sanesi e Alfredo Pierantozzi, maresciallo dei carabinieri di Calenzano (quasi sicuramente ucciso dai fascisti) e circa 12 feriti.”
Tornati sui nostri passi fino al Crocicchio prendiamo la strada a diritto che scende verso Filettole (sentiero 40 CAI). Dopo poco a diritto, troveremo un sentiero senza indicazioni che scenderà a fianco del Rio Buti nella Valle Buia (in caso di terreno bagnato è necessario prestare attenzione perché scivoloso), più avanti incroceremo sulla sinistra una deviazione che riporterebbe al Rifugio casa Bastone e che noi ignoreremo.
Il sentiero 40 incrocerà il sentiero 28 che abbiamo preso la mattina all’inizio del ns. itinerario.
PERCORSO ALTERNATIVO:
Chi vuol ridurre il dislivello ed ha un mezzo fuoristrada può arrivare in auto vicino a Valibona dalla Regina del Bosco, parcheggiare qui e scendere per la strada che sale da filettole, imboccare poi a diritto il sentiero della Valle Buia e poi a sinistra il sentiero per Casa Bastone ed aspettare il resto del gruppo al rifugio (circa ore 1,30/2,00 dal Crocicchio).