29 gennaio – Il fascino perduto del Castello di Sammezzano

29 gennaio – Il fascino perduto del Castello di Sammezzano

 

Custodito dalla rigogliosa vegetazione valdarnese, si erge deciso il Castello di Sammezzano con il suo parco che ospita, oltre alle tipiche piante dei boschi collinari toscani, specie botaniche esotiche e insolite, come le sequoie, altissime. All’interno del cosiddetto Parco Storico del Castello di Sammezzano, intorno all’antica ragnaia costituita principalmente da un boschetto di lecci, Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, proprietario del castello, fece riorganizzare il verde circostante, circa 65 ettari, e vi collocò numerose piante rare e provenienti da lontano. Tra le piante più sbalorditive si annoverano una tuia enorme dalla ramificazione sinuosa e la sequoia gemella che sfiorando i 54 metri di altezza, si è aggiudicata il primo posto fra le sequoie più alte presenti in Italia e il secondo posto fra gli alberi più alti d’Italia; seconda all’abete di Douglas con i suoi oltre 62 metri di altezza che vegeta in un bosco sempre reggellese, la foresta di Vallombrosa.
Sono ben 57 le sequoie nel parco che superano i 35 metri di altezza, tanto che rappresentano il gruppo più numeroso di sequoie in Italia, e moltissime sono le specie botaniche di particolare pregio, che dovevano sia abbellire gli esterni, sia introdurre gradualmente gli ospiti alle meraviglie del castello.
Il castello è un sorprendente esempio di stile moresco, una dimora storica dal fascino senza tempo e lontano in cui si fondono stili orientalisti, fu edificata all’inizio del 1.600 d.c. per volere della famiglia Ximenes d’Aragona e fu ristrutturato da Ferdinando tra il 1853 e il 1889 che gli ha dato l’aspetto stupefacente ed eclettico che si può apprezzare tutt’oggi. Ad oggi non sono visitabili gli interni ed è purtroppo in progressivo stato di abbandono; inserito nella lista dei 12 luoghi culturali più in pericolo d’Europa, l’auspicio è che venga restaurato e reso fruibile ai visitatori, che resti aperto ai curiosi che vogliono lasciarsi stupire dai gusti di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. In ogni caso, già l’edificio esterno e il suo parco sono sufficienti per effetti stupefacenti.

Raggiunta la località di Leccio, che si trova tra Incisa e Rignano, parcheggiamo le auto presso The Mall precisamente tra lo store di Prada e quello di Moncler. E’ sufficiente attraversare la strada per immergersi in un altro mondo, infatti una stradella ombrosa e contornata da alberi ci porta in una dimensione gradevole, fresca e silente. Incontriamo le prime sequoie dopo pochi minuti, quasi tutte numerate in forma progressiva a crescere man mano che si sale. Il parco è molto bello, è uno dei più grandi della Toscana e le circa 300 sequoie in 150 anni di vita sono cresciute bene grazie ad un clima umido e ad un sottosuolo ricco.

La leggera salita, il verde variegato, le grandi sequoie ed un silenzio rotto solo dal canto degli uccelli, rendono il percorso veramente piacevole.

Qui incrociamo la sequoia 180 che non è altro che la Sequoia Gigante Gemella Sempervirens che con i suoi 54 metri di altezza è la sequoia più alta d’Italia.

Si svolta a destra salendo fino ad arrivare, dopo circa un’ora, alla strettoia sulla balza e da lì si prosegue ancora fino all’uscita dal bosco, in loc. Carraia.  Saliamo ancora 1 km circa fino al bivio per Bellosguardo e seguiamo le indicazioni. Con la casa alle spalle si prosegue su traccia di sentiero fino ad entrare in una macchia appositamente ripulita da noi per poter scendere e proseguire lungo il fiume Marnia (possibilità di trovare rovi e arbusti in questo tratto).

Il torrente Marnia ogni anno invade parte del percorso e deve essere ripulito. Attraversiamo il fiumicello in due punti. Si rientra nella strada lastricata per San Donato e prendiamo a sx. Scendiamo affiancati alle balze per un paio di km e poi si approda in una strada bianca. La seguiamo fino ad un punto dove è possibile attraversare il fiume Marnia. Qui la quantità di acqua potrebbe passare sopra le scarpe basse da trekking quindi consigliamo scarpe alte.

Lo attraversiamo e seguiamo il sentiero. Si prende a dx e da lì saliamo al Castello. Nonostante la fatiscenza ed i lavori in corso il fascino non si riduce.
Qui troviamo sequoie sparse e giganteschi cedri del Libano.
Nel prato antistante il Castello faremo la nostra pausa pranzo.
Dal Castello alle auto ci sono 15/20 minuti di cammino.

Lunghezza: circa 12 km
Dislivello: 300mt
Durata: 4 ore circa

 

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